Sconvolgente.
Questo è l’agettivo che più si addice a "Reek of Putrefaction", debut album degli inglesi Carcass.
Uscito nel 1988, "Reek of Putrefaction" è uno dei primi album Grind in ordine cronologico insieme al leggendario "Scum" (Napalm Death, 1987), nonché album fondamentale per lo sviluppo del genere.
Alla line-up troviamo l’esplosivo drummer Ken Owen (qua al lavoro con una singola grancassa), Jeff Walker (voce/basso) e soprattutto l’ex Napalm Death Bill Steer (voce/chitarra), già sentito sul lato B di "Scum".
L’album è un vero e proprio massacro sonoro che in meno di quaranta minuti è in grado di stupire l’ascoltatore: oltre alla musica contribuiscono i testi morbosi e pure “divertenti” (?) e l’artwork raffigurante corpi putrescenti.
Passiamo alla musica: l’album sembra aprirsi tranquillamente, con un synth maligno di sottofondo, ma passano pochi secondi e degli accordi pesantissimi ci introducono in "Genital Grinder", opener strumentale che, in un crescendo maledetto, ci porta dritti a "Regurgitation of Giblets", in cui il growl gutturale di Bill Steer e i blast-beat di Owen ci fanno capire di che pasta sono fatti i Carcass.
Per il resto analizzare il disco track-by-track risulta inutile quanto arduo perché le canzoni sono molto brevi, veloci, caotiche e omogenee e fino alla fine non ci sono cali.
È un debut, di conseguenza presenta delle limitatezze tipiche, come brani che a tratti potranno sembrarvi noiosi o uguali o una produzione decisamente scarsa, ma è anche questo che lo rende affascinante e "true" (termine preso in prestito dal Black Metal).
Non aspettatevi un album ultra-tecnico come Necroticism, che uscirà nel ’91: quello che troverete in quest’album sarà violenza, velocità e perversione.
Consigliato a chi ha già sentito "Scum" e a chi pensa che "Reign in Blood" sia l’album più violento che ci sia.
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