Un album davvero eterogeneo. Certo è una raccolta di brani del periodo '77/'79, ma le tracce sembrano quasi appartenere ognuna ad un differente gruppo. Non un disco da cinque stelle se confrontato con i grandi capolavori della musica rock, ma nel suo genere (?) raggiunge certamente il massimo dei voti.
Si parte con l'intro di rock strampalato (e insano) di "Aukamacic"; poi subito l'esplosiva "Icky Qualms", in cui il cantante Michael Pugh fa sfoggio delle sue notevoli doti canore. Di colpo questa specie di canzone punk/progressive si interrompe per lasciare spazio ad un brano chiaramente influenzato da Zappa e riccamente ornato dalle piùsvariate rullate di batteria, "Piffol Four Times". Dopo un intermezzo musicale di neanche un minuto ecco il brano più lungo del disco (sia nel titolo che nella durata): "As Cold As Can Be In An English Sea". Qui i Cardiacs ci mostrano come si può tirare avanti un brano neanche tanto complesso (ma si tratta pur sempre dei Cardiacs!) per oltre sette minuti senza risultare noiosi. Ogni strumento si sposa perfettamente con gli altri; il tono di voce rende perfettamente l'atmosfera un po' cupa del brano e la batteria non esagera mai. Un pezzo che sembra registrato ai giorni nostri. Gli arrangiamenti non sono mai pomposi ma essenziali e mirati ad uno scopo.
Con la traccia successiva, "T.V.T.V.", i cinque ci sbattono prima in faccia una chitarra incazzata nera (ma non banale come quella di certi gruppetti di adesso), per poi perdersi in vari assoli e dialoghi musicali che si susseguono uno dietro l'altro facendo rimanere impressionato l'ascoltatore per la loro varietà. Con "My Trade Mark" poi sembra di aver cambiato disco di colpo e di aver messo i Ramones. Un brano in pieno stile punk concluso da uno stupendo assolo di chitarra ripetuto all'infinito. "The Obvious Identity": i Cardiacs sono diventati completamente pazzi. Micheal si fa pure qualche sadica risatina durante la canzone; le chitarre sono malate, e intonano un ritmo da casa degli orrori. Mi sono scervellato vari minuti per cercare di descrivere "Piffol One Time", ma non mi è venuto in mente nessun aggettivo o metafora che potesse rendere bene l'idea di questo brano: continui cambi di tempo, passaggi da un genere musicale all'altro; l'unica cosa che mi viene da dire che il genere di questo brano è "Cardiacs".
Nel brano successivo, "A Game For Bertie's Party", che all'inizio sembra riprendere un po' l'atmosfera malata di "Piffol One Time", anche se in toni più solenni, abbiamo addirittura un accenno di Ska. Il penultimo brano, "Piffol Three Times", è di nuovo un brodo musicale in cui si danno il cambio tutti gli strumenti, come i Cardiacs sanno fare. Per ultimo è stato posto il brano più divertente e spassoso del disco: "Rock Around The Clock". Ma si tratta dei Cardiacs o del buon vecchio Capitan Cuordibue?
Rileggendola mi rendo conto che questa recensione è orribile, ma ho una scusante: questo disco è talmente vario e inclassificabile che descriverlo nella sua totalità sarebbe impossibile. Allo stesso modo risulta difficile descrivere efficacemente ogni singolo brano a causa della complessità di questi ultimi.
Ma diciamolo: il mio obiettivo non era cercare di descrivere quest'album, quanto di farvelo conoscere e farviincuriosire. Spero di esserci riuscito.
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