Disco epocale.
La musica classica che incontra la techno, la techno che diventa classica. Via dagli sperimentalismi di Hawtin, della Warp, della Neo-ambient, dell'idm, di Gas. La techno contenuta in questo disco non si trasfigura, non cambia bpm nè si compiace di un avanguardismo edonistico. E' techno, cassa in 4/4 puro Detroit-style, intervallata qui è lì da sezioni di fiati (non dico ambient perchè significa tutto e niente).
La novità stavolta non è nei contenuti, non c'è una revisione dell'apparato di produzione, quella che ci si presenta è una rivoluzione subdola, sottile, che si può forse sintetizzare in due parole: professionalità e serietà. Serietà perchè i frammenti del "Bolero", della "Rapsodie Espagnola" e della "Bilder Einer Austellung", per quanto io invero abbia sentito soltanto il primo brano citato, sono trattati con un rispetto estremo e con la consapevolezza, da parte dei due artisti, di trattare una materia troppo importante e, se vogliamo, scottante (non dimentichiamoci che è stata la Deutsche Grammophon in carne ed etichetta a commissionare il lavoro). Professionalità perchè il lavoro svolto in fase di produzione è a dir poco impeccabile. Non un solo suono risulta artificioso nè fuori luogo e l'attenzione riposta dai due mostri sacri della techno (ma sarebbe meglio dire dell'elettronica tutta) al più piccolo dettaglio sonoro è francamente allarmante.
e (de)composizioni, per lo più piuttosto lunghe con il picco di durata nei 14 minuti finali, si incasellano fra di loro in maniera fluida e (quasi) inavvertibile, rendendo il disco piuttosto omogeneo e, nonostante la minimalezza di queste (non certo del suono), non eccessivamente ostico all'ascolto quanto potrebbe essere (ed è, se mi permettete) un disco di Gas. L'operazione mi fa venire in mente, con le dovute differenze contenutistiche, quella attuata da Matthew Herbert nei confronti della musica Jazz. In questo disco si può avvertire la stessa attenzione al non snaturare nè un genere nè l'altro, la stessa capacità nel fondere due generi fra loro apparentemente distanti per creare qualcosa di nuovo e senza tempo. In questo disco c'è tutta la passione di due uomini che hanno già fatto la storia della musica elettronica e che con la loro visione continuano ancora oggi ad abbattere gli steccati che dividono i vari generi. Sembra essere rivolto sì a tutti coloro che amano la techno, ma anche e soprattutto a tutti i suoi detrattori, perchè ciò che contiene è "semplicemente" musica classica vista in chiave techno da due grandi menti, e per quanto questa possa apparire "semplice" e ripetitiva (ripetitivo lo era anche il Bolero in effetti) rispetto alla controparte originale, non risulta mai banale nè scontata. E scusate davvero se è poco.
ps: adesso però voglio la fusione power-metal/drum'n'bass!! voglio esagerare!:P
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