Esce un film di Verdone e Albanese assieme, cosa pensi?
Sarà una cagata. Vabbè ma perché? Dove sta scritto? Magari no.
Poi vedi il trailer è pensi: è una cagata.
Dunque mentre ti siedi in poltrona le aspettative volano basse, magari non rase al suolo, ma ad altezza piccione sì.
Il film parte e lentamente oscilli, t’imbatti nelle solite robe da commedia italiana, equivoci, carabinieri, preti, vecchie zie rincoglionite, amanti straniere, avvocati stronzi, mogli stronze che poi però sono solo confuse eccetera eccetera le solite menate che da vent’anni ci suchiamo affossati su divani troppo piccoli per farci stare comodi assieme ai due coglioni che ormai ci siamo fatti.
Poi però, nella mischia, scorgi facce nuove ma vecchie, come quando incontri qualcuno che non conosci ma ha un’aria incredibilmente familiare.
Insomma scenari, gag, battute, che non sono poi così banali, che forse ci provano ad andare oltre e magari ci riescono pure.
Ad esempio chi ci pensa mai agli sbattimenti che può provocare avere solo banconote da 500 euro? Che ci compri?
Lui dice vabbè capirai ce voleva ‘no scienziato pe arrivacce e un po’ c’ha pure ragione però a te ha fatto ridere.
E così oscilli, constante, continuo, in balia di questi due tizi, anche loro dall’aria molto familiare, e non sai.
Poi c’è il finale, diverso, imprevisto, piacevole, ma tu ancora non sai.
E continui a non sapere anche quando scrivi la recensione e mentre la scrivi pensi “perché?” e la rileggi e pensi “ma che me voi dì?” e via, via discorrendo.
Ora si che sei ad un punto morto. Non c’è chiusa.
Non c’è un inizio né un seguito, poteva esserci una chiusa?
Non c’è nulla. E nulla è quello che alla fine ti lascia questo film.
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