Carlos Giffoni è un artista venezuelano, residente a New York. Questo è Adult Life, uscito per No Fun Production, 2008.
Suoni come generati da un esercito di sintetizzatori arrugginiti, alimentati contro natura, stridere di seghe, sinusoidi sature, intarsi di piccole porzioni di frequenze che raramente crollano in scrosci di bianco (“This Is How You Pull The Trigger”). Un minuzioso controllo di elettronica di riuso, detriti di macchine sopra cui vengono riordinati schemi, regolarità.
Relazioni tra onde senza alcuna gerarchia di linee sovrapposte, ma un compenetrarsi di ruoli, in cui le differenze non sono distanze, ma nuovi elementi. Modulate e modulanti competono contro la loro volontà per un primato cognitivo. Sottrazioni, battimenti fanno emergere nuovi ritmi da una dimensione inconscia. Non esiste un punto di vista privilegiato, ma una percezione che resa compulsiva oscilla tra diversi fuochi.
Addizioni che rivelano nuovi aspetti del suono (“An Endless Mirror”) in stordenti trucchi lungo la curva di Fletcher-Munson. Per poi accorgersi che si è ancora nella posizione precedente, l'oggetto è rimasto immutato e il nuovo è soltanto una diversa prospettiva, una nuova condizione del soggetto. Tutto in un processo ricorsivo nel tornare, in circolo. E il panning di “A Permanent Choice” divene da tecnica di produzione, concetto oltre la musica.
E questa è una concezione adulta. In cui il soggetto non si limita a recepire, ma comprende che l'attuale consapevolezza non è oggetto esclusivo, essa è anche risultato di una dimensione sottostante o elemento costitutivo di una superiore. Non definitiva nello spazio, nel tempo, nelle relazioni. Una percezione attiva, mobile, e per ogni nuova prospettiva un nuovo livello di vita/realtà. Nessuna dittatura di interpretazioni ma possibilità simultanee.
Carico i commenti... con calma