La Sindrome di Stoccolma vale anche per i libri: è possibile innamorarsi del proprio rapitore, in questo caso le pagine di un libro. "L'ombra del vento" cattura, rapisce finchè non finisci di leggerlo, finchè non paghi il riscatto per la liberazione. E ti dispiace pure essere liberato, vuoi continuare ad essere prigioniero di quella magia spirigionata dalle parole di Zafón, una magia che ti ipnotizza dal primo capitolo fino all'ultimo.
La vicenda ruota intorno al giovane Daniel Sempere, tipico adolescente in piena crisi d'identità e in piena tempesta ormonale, e un libro misterioso che sconvolgerà la vita del ragazzo a partire dal momento stesso in cui verrà trovato "per caso" dal ragazzo stesso. Una serie di eventi si susseguirà a catena, una cascata inarrestabile di avvenimenti che lasciano il lettore con il fiato sospeso e con una frenetica curiosità di sapere cosa succederà capitolo per capitolo, provocando una certa difficoltà ad interrompere la lettura e a chiudere il libro.
A tutto ciò fa sfondo la Barcellona di fine anni '40 e inizio anni '50: è appena finita la guerra civile spagnola e Francisco Franco è salito al potere. Siamo sotto la pressione di una dittatura, si respira una certa atmosfera opprimente in cui l'apparenza è ciò che conta e non la sostanza delle persone. Ci troviamo di fronte ad una società perbenista, società che "per bene" non ha proprio niente ("Chi vede il peccato dappertutto è malato nell'anima, e per parlare fuori dai denti, ha anche problemi intestinali. Tutti i santi iberici, infatti, soffrivano di stitichezza cronica").
Zafón riesce a fare un mix di generi: dal thriller all'horror, dall'avventura al noir, con frequenti tracce "romance".
Un romanzo dalla trama intrecciata e travolgente che va letto tutto d'un fiato. Una riflessione sull'umanità e sui comportamenti della massa, sulla forza al tempo stesso distruttiva e costruttiva dell'amore e sulla sua forma più degenerata: l'odio.
Spaventoso ed entusiasmante. Toglie decisamente il respiro a chi legge.
"Esistono carceri peggiori delle parole".
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