C'è un momento esatto in cui ognuno di noi deve fare un passo in avanti. Un momento di vuoto, di disperazione, in cui ci serve un segno di speranza per potere affrontare il futuro, perchè abbiamo disperatamente paura di fare la scelta sbagliata. Le rose tardano a sbocciare, ma non c'è nessuna forza soprannaturale a cui possiamo appellarci, nè alcuna scienza che possa in qualche modo assottigliare i tempi di attesa: il meteo non potrà che dirci di aspettare la primavera, la perturbazione che incombe su di noi non andrà via così facilmente, ma questo non significa che pioverà per sempre. Basta sapere aspettare, è solo questione di tempo. E l'attesa ci consegna quella sensazione di vuoto nello stomaco prima di fare il grande salto: una mattina saranno delle rondini in cielo ad essere presagio di un sole primaverile stupendo e luminoso, che ci illuminerà il cammino. E se non riuscissimo a superare questo momento di dolore e di rassegnazione? Dobbiamo sempre ricordarci che non è soltanto a causa del maltempo se il raccolto è andato perso, non è soltanto ciò che non possiamo controllare (il destino, la pioggia) ad avere impedito la nostra felicità, ma semplicemente siamo stati noi a non avere avuto abbastanza coraggio. Ma che senso ha aspettare l'estate per poi rimpiangere il freddo dell'inverno? Perchè aspettare che tutto vada bene e poi non goderne a pieno? L' emozione più bella è salire sulla propria barchetta e avventurarsi verso sud-est, dove il sole incede e l'oscurità regredisce. Abbandonarsi a nuove avventure, ad odissee lontane. Perchè reprimere un desiderio? Siamo rimasti al palo, abbiamo avuto paura di essere felici; ci siamo conformati alla massa che dimentica il reale valore delle cose e spesso sceglie di rimanere in una gelida e costante abitudine : decide di vivere una vita fatta solo di desideri sottratti, in cui le proprie aspirazioni vanno represse e va assecondato soltanto ciò che gli altri si aspettano dalla nostra esistenza.

Spesso per assecondare chi vogliamo bene, rischiamo di ferire qualcun'altro. La madre che ha deciso di non parlare, di tacere lo stupro di sua figlia per difendere l'onorabilità della famiglia, ha fallito. Non ha fatto alcun salto, ha fatto soltando del male : ha coltivato dolore e rancore per tutti. E quella figlia disperata si porterà dietro tutta la vita il peso di una colpa che cerca e cercherà di espiare per sempre. Marie, attraverso il più terribile degli atti che può concepire un essere umano, l'uccisione della propria madre, si è guadagnata l'amore di tutti : è una metafora estrema, la forza di chi dovrebbe riuscire ad essere Elettra, colei che distrusse ogni conformismo borghese, mantenendo però fede alle proprio radici. Il legame (la radice) con ciò che ci appartiene può essere a volte una zavorra, altre volte una grandissima fonte di ricchezza : l'uniformizzazione della modernità, dove vogliamo essere tutti identici (acquistare le stesse cose, vivere le stesse cose) ci fa dimenticare quanto la diversità sia un'inesauribile fonte di conoscenza. Chi si chiama Giuseppina vorrà chiamarsi Giusy per sentirsi globalizzata, ma ci sarà sempre (per fortuna) chi rivendicherà il sapore unico di una granita con la "brioscia", chi non si vergognerà di ciò che è, ma anzi ne sarà orgoglioso. L' Elettra della canzone di Carmen non si vergogna di ciò che è : è una "buttana". Ma è anche una donna innamorata che quel passo in avanti vuole farlo, che vuole rischiare. Vuole abbracciare il sole di Maggio e vivere come desidera. Non vuole rinunciare ai suoi desideri, ma purtroppo non troverà ciò che cerca. Il valore delle cose ancora una volta non riesce a ristabilirsi : c'è ancora troppa gente che confonde dolore e piacere, paura e bisogno di ferire. Elettra avrebbe voluto chiamare tutto col nome giusto. Avrebbe voluto chiamare l'amore "amore" .

Ma se ogni giorno ci scontriamo con chi non riesce a vivere i propri sentimenti per ciò che sono, se ogni giorno affrontiamo l'indifferenza di chi sopprime le proprie passioni, a cosa siamo destinati? Alla deformità, alla brutalità, alla bestialità. Non ci rimane altro che sperare in una nuova nascita, in una civiltà diversa. Dove chi giudica il prossimo venga messo in minoranza, emarginato e chi ha la forza di vivere per ciò che è realmente riesca a brindare lietamente all'amore seduto ad una tavola piena di cibi diversi.

Tutto questo Carmen ce l'ha spiegato in Elettra, confermandosi la migliore cantautrice italiana

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