Reduce dal buon successo ottenuto dal debutto "Deleted Scenes From The Cutting Room Floor", i cui singoli estratti sono entrati in rotazione anche nelle radio italiane, Caroline Esmeralda van der Leeuw, in arte Caro Emerald, tre anni dopo quel fortunato LP, torna a calcare le scene musicali con "The Shocking Miss Emerald", che rappresenta un'evoluzione dello stile musicale sperimentato già nel disco precedente. Per chi non lo sapesse, la trentunenne olandese in questione si inserisce nel filone retro inaugurato dalla (giustamente o no decidetelo voi) compianta Amy Winehouse, ma, a differenza di altre colleghe che ne hanno cavalcato l'onda del successo finendo con l'essere nient'altro che scialbi cloni (si pensi ad esempio all'inascoltabile Duffy), la van der Leeuw non si limita a svolgere il compitino imposto dal produttore, ma, grazie anche proprio ai suoi collaboratori discografici, riesce a imprimere nelle sue canzoni una non trascurabile personalità che la rende distinguibile da praticamente qualsiasi artista attualmente in rotazione radiofonica e non solo.
La nostra Caroline è infatti da sempre studiosa di musica jazz, nonchè insegnante di canto dello stesso genere, che su disco viene contaminato con beat quasi hip-hop e suoni elettronici (si pensi a singoli quali "Stuck" o "Back It Up"); a coronare il tutto ci pensa una voce elegantissima e dotata di una classe interpretativa ultimamente sempre più rara da trovare. Poco fa ho però parlato di un'evoluzione di questo sound collaudato ed efficace: se infatti in "Deleted Scenes..." sembrava di ascoltare un LP appena inciso in uno studio di registrazione di qualche decennio fa, in "The Shocking Miss Emerald" l'atmosfera si fa di più ampio respiro e dalla sala d'incisione sopracitata ci si ritrova catapultati in mezzo alle strade e ai marciapiedi di una Parigi molto anni '20. Per farvi un'idea migliore, prendete "Midnight in Paris" di Woody Allen e immaginatevi le sequenza ambientate nel passato. Fatto? Bene, in parole povere al posto della colonna sonora originale del film questo CD ci sarebbe stato benissimo. Quanto appena detto è perfettamente racchiuso nel piacevolissimo singolo dal ritmo di tango "Tangled Up", che in questo periodo sta ottenendo un discreto successo anche qui in Italia e il cui video è stato girato proprio a Parigi. Un tipo di atmosfera come questo non poteva però essere reso al meglio senza una diminuzione di inserti elettronici nelle canzoni: e così, nonostante siano presenti anche pezzi in cui lo scratch del DJ, molto usato nel precedente disco, si fa sentire e il ritmo è quasi elettro-swing ("Pack Up the Louie", "The Maestro", "Liquid Lunch"), è stata notevolmente aumentata la presenza di strumenti acustici, in particolare degli archi, che in brani quali "The Wonderful in You", "Black Valentine" e "I Belong to You" contribuiscono a far sentire l'ascoltatore seduto a un tavolo di un elegante e fumoso lounge-bar situato in una via di Parigi che dà sulla Senna. Non manca poi qualche pezzo più tipicamente jazz, come la riuscitissima "Excuse My French" e la piacevolmente frivola "One Day", nonchè la riuscitissima "Paris". Complimenti dunque a David Schreus e Vincent Degiorgio, che hanno curato la produzione del disco e del suo sound, e a Caro Emerald, che lo rende unico con la sua ottima personalità vocale da tempi ormai lontani.
In conclusione, quello che abbiamo tra le mani è un album solido, ben fatto sotto tutti i punti di vista e che non mancherà di fare da piacevole e disimpegnato sottofondo per le orecchie di chi deciderà di ascoltarlo.
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