Tempo fa nei meandri della Palermo underground, mi ritrovai ad un concerto di un giovane gruppo i "Caronte". L'esibizione dal vivo sembrava avere poche pecche, ma l'acustica (per niente ottima) non mi permetteva di dare un onesto parere. Perfortuna a fine concerto i giovani musicisti tirarono delle copie del loro album sul pubblico. Ne beccai una.

Si tratta del disco "Red, Blue and Green", informandomi un poco su internet ho scoperto che si tratta del loro primo album e che il gruppo è attivo da circa due anni. 

La prima cosa che mi colpisce di questo album è la copertina, si tratta dell'opera simbolista "Il Ciclope" di Odilon Redon, uno dei maggior artisti nel periodo simbolista. Ma andiamo al dunque. Il disco parte con l'intro strumentale "Rapid Eye Movement". Il titolo sembra alludere all'inizio di un sogno/incubo, ed anche le sonorità contribuiscono a questa impressione. Il brano però non riesce a stupirmi di colpo, sembra alle volte incompleto e forzato e favorisce la noia. Perfortuna l'album prosegue con il brano "The Elderly and the Wall", brano che sveglia di botto l'ascoltatore grazie allo slap del bassista e alla batteria nervosa che l'accompagna, per non parlare anche dell'acuto vocale iniziale praticamente infinito del capace cantante. Il brano si calma per dare spazio ad un bridge psichedelico accompagnato dalla voce e dal testo per poi riattaccare più nervoso e godibile di prima.

L'album continua con "Otrom" che calma l'atmosfera per le sue venature pop/rock, brano che però non lascia il segno e viene "dimenticato" subito dopo. Il brano che prosegue è "Onirica", brano di 7 minuti, che spazia dal rock al metal, dalla psichedelia al punk. Il brano colpisce per gli assoli del chitarrista, la voce del cantante nella parte psichedelica che rimane ben impressa, per la bellissima atmosfera e per la carica che da. Purtroppo appena finita la canzone, attacca il brano "Who are you?" che a mio parere sembra spesso sconclusionato e poco sentito, composto quasi per forza. Seguiamo poi con "Living In Lies", brano rock che fa ben capire come il gruppo sia capace anche a creare ritornelli non banali che rimangono bene impressi.

Subito dopo troviamo la title track "Red, Blue and Green", brano che offre il relax più totale e che afferma la bravura del bassista grazie al suo tapping e la bravura del cantante nel creare belle linee vocali. La calma viene di nuovo interrotta dal brano "The Devil Laughs Under the Bed", il brano anche se molto orecchiabile spesso sfiora il banale, ma ciò che riesce subito a smentirmi è l'incredibile bridge centrale. Purtroppo leggendo il testo sul retro copertina dell'album, mi rendo conto che il cantante pecca parecchio di pronuncia anglosassone, ma la sua capacità vocale mi fa poco pensare a questa pecca. L'album si conclude con "ES" brano strumentale come l'intro, che non riesce a lasciare il segno se pur molto particolare e ben composto.

In conclusione "Red, Blue and Green" per essere il primo album di un gruppo nato da poco più di due anni è un bel lavoro. Attendo il loro prossimo lavoro, sono davvero curioso di sentire, si spera, la crescita del gruppo che sembra avere tanto da dire.

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