Vi avverto, non sarà facile reperire questo disco, almeno non lo troverete nel negozio sotto casa, in un megastore e neanche sui mailorder più famosi. Ed è un vero peccato, perché vi perderete l'effetto spugna di questi folli brasiliani, capaci di saccheggiare quarant'anni di rock ed uscirsene con la fedina penale immacolata e brillante e con gli applausi a scroscio da un bel po' di nomi importanti.
Immaginate le stramberie zappiane, i cori alla Queen, le chitarre dure dei Led Zeppelin, il sinfonismo di band come Renaissance e Genesis, i virtuosismi di Keith Emerson, spunti reggae e blues, salterelli medievali, le ballatone americane, mettete tutto questo nelle mani di tizi dai nomi come Khadhu, Bhydhu, Khykho, Boxexa, adiuvati da una serie di ospiti ai flauti, violoncelli, violini, trombe e quant'altro ed avrete solo un'idea vaga di cosa possa essere questo disco. Perché tutti questi ingredienti vengono miscelati in un modo così personale che il risultato finale è un qualche cosa di assolutamente nuovo e diverso dalla somma delle singole parti.
Già dalla buffa copertina, in cui i personaggi della Tavola Rotonda, ammirano un'improbabile Excalibur in versione Martello, si capisce lo spirito goliardico e grottesco, spirito che si ritrova in questi 73 minuti e 18 brani dove mentre sarete cullati da una nenia medievale verrete improvvisamente trascinati di soprassalto da una fanfara di emersoniana memoria oppure dei cori maestosi diverranno dei falsetti canzonatori. Le qualità tecniche della band sono così elevate che difficilmente si creano dei contrasti stridenti tra le varie atmosfere che permeano l'album e che formano una vera e propria opera rock. Anche il cantato, di solito punto debole di molte band dalle grandi doti esecutive, risulta essere incisivo e potente, sia nelle parti solistiche che in quelle corali e per essere un disco autoprodotto anche il mixaggio finale e la qualità di ascolto è notevole.
Qui abbiamo una particolare interpretazione in chiave progressiva del rock in tutte le sue sfaccettature e anche per chi non è avvezzo al genere l'ascolto non risulta essere assolutamente pesante perchè il tutto è diluito con sapiente maestria, senza autoindulgenza e senza accentuare un aspetto a discapito di un altro.
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