Se facessimo una passeggiata nel lungo e tortuoso corridoio della musica italiana, potremmo notare, attaccato alla parete con un chiodo un pò arrugginito ma ancora solido, il "quadro" dei Casino Royle; si, ok, magari sarà impolverato e ultimamente avrà perso di colore, ma sicuramente non è stato dimenticato!
La conferma sono i "visitatori" ad ogni loro "esposizione". Pronti a fare un tuffo in un mare elettronico fatto di suoni tra i più disparati e le immagini più sfuocate? Andiamo! Strana storia quella dei Casino Royale... più che una vera e propria band, un collettivo di persone che cooperano insieme per sconfiggere la quotidianità del grigio che Milano offre ai suoi abitanti; così sono nati i Casino Royale, nati con l'intento di giocare con la musica, spettinarle la capigliatura, mettere insieme i colori più contrastanti del suono fino a vedere realizzata una tela senza senso, per l'occhio più inesperto, ma con un grande senso, per chi si ferma a guardare non solo con gli occhi ma anche, e soprattutto, con il cuore libero da pensieri.
Una continua contaminazione che non ha mai trovato fine. Tutto iniziò nel 1987 grazie al Re del soul made in Italy, il mitico Giuliano Palma, e il grande Ferdi, uno che la musica la mastica ma non la sputa; l'inizio della carriera è segnata da tre splendidi album tutti in inglese: "Soul of ska", "Jungle jubilee" in Italia e "Ten golden guns" in Inghilterra. Il gruppo si esibisce per ben due volte all'International Ska Festival di Londra, 4 anni e più di 300 esibizioni live su e giù per lo stivale, grandi protagonisti ad Arezzo Wave e band d'apertura per Vasco Rossi nel 1990. Cresce l'attitudine alla sperimentazione e diventano in poco tempo una delle prime band crossover (anche se non è proprio la parola più adatta) italiana, lo ska si allontana sempre di più per fare posto al soul, al rock e alle più pese contaminazioni electro-pop, chill out e hip-hop; così nasce la duratura collaborazione con Dj Gruff (ex Sangue Misto), RadioGladio e Ben Young, già collaboratore con gli Almamegretta... la musica "suonata" con strumenti classici incontra il sound elettronico del campionatore e quello ad "alto voltaggio" degli svariati sinth.
Dopo album che hanno fatto la storia come "Re senza trono", Sempre più vicini" e "Adesso! - live 1996", nel 1997 sfornano "CRX" (X sta per 10, il massimo), l'ultimo disco assieme a King Palma e con altri componenti della storica formazione! "CRX" è un album che viene dal futuro, e stiamo parlando del 1997; è un album unico nel suo genere perchè è dotato di un suono unico nel suo genere... si, ma quale genere ? Catalogarlo come disco hip-hop sarebbe troppo facile e sbarazzino, definirlo un album alternativo, tecnologico e sperimentale non sarebbe giusto, possiamo quindi definirlo con un solo genere, quello dei Casino Royale!
La prima traccia, "CRX", quella che da il nome a tutto il lavoro, non potete non conoscerla (no, questo non ve lo permetto), chissà quante volte l'avrete sentita alla radio o in TV e avrete detto: "Non male, orecchiabile a suo modo, ma chi sono questi?"; solo lei vale tutta la baracca compresi i burattini: la cosa che subito colpisce è il modo di "reppare" che ha Alioscia, (mitico mc del gruppo), biascicato, quasi strozzato, molto sincopato e follemente originale, la voce di Giuliano sprigiona il suo meglio, la strumentale si avvicina ma, nello stesso tempo, si allontana dal suono hip-hop per andare a scavare in un suono più minimale ma allo stesso tempo più geniale e intrigante. Il testo onirico, come tutti i testi dei Casino, fa il suo sporco lavoro: "Io rifletto, sento già dire 3000, io rifletto, perso nel mio supermarket, io rifletto, chiuso dentro il frezeer, io rifletto, ora aspettando il conto".
Alienata, fredda e solitaria, "The future" conduce in un'altra dimensione costruita da basso, batteria, flauto e atmosfere rarefatte, la voce di Alioscia si fonde con quella del King Giuliano in maniera unica e indimenticabile e come cercano di spiegarci "ogni stop è solo un altro start". No, non abbiate paura, fa tutto parte del loro sadico gioco. La semplice bellezza di "Ora / Solo io ora", un misto tra jazz funk è rilassante e magica, il testo va liscio, la metrica per nulla forzata è il punto di forza e ciò che ti aspetti che accada è proprio ciò che non accadrà... Dj Gruff al comando, tutti gli altri strumentisti al seguito! "In picchiata" arriva a toccare il suono chill out, mentre, "Hi/Fi" ha quel non so che di reggae, quel non so che di soul, quel non so che di elettronico che vorrei ancora scoprire.
L'ultimo loro singolo, "Milano double standard", è galattico, ma se volete assaporare i veri C.R., vi consiglio di fare un salto nel 1997 e godervi a pieno questo disco!
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