Nel 1993, dopo 3 anni di silenzio, tornavano i Casino Royale con un disco che avrebbe fatto parecchio parlare di se, Dainamaita. Cosa ha di speciale questo disco? L'abbandono in maniera totale dello ska ballabile degli esordi del gruppo ed una maggiore apertura alle contaminazioni stilistiche (negli anni si parlerà del disco come uno dei primissimi esempi di "crossover" italiano). L'altra grande innovazione sono i testi nella lingua di Dante (o di Manzoni, dato che i nostri sono di Milano).

 Dopo una intro giocata sulle note del pianoforte ("De Maestro e..."), detona la title-track in tutto il suo splendore, 2 minuti e 50 secondi di puro genio creativo con chitarre distorte, fiati, scratch (del buon DJ Gruff) e il cantato rappato di Alioscia che si fonde con la magnifica voce di Giuliano. Dopo un intermezzo (5 in totale) del tutto trascurabile, Dainabada, parte con la sua vena drum'n'bass Treno per Babilon, perfetta alchimia musicale e vocale condita come sempre dagli scratch di vinile e dalla sezione fiati, mentre nella successiva traccia, Re senza trono, si respira un clima diverso, fatto di umori giamaicani, del sole dell'estate e, soprattutto, di amore, amore appena consumato ("sfioro il suo corpo con un dito, è mattino ed il sogno è svanito...") ma anche di fresca malinconia ("ho una nuova corona ed ora so cosa sono, io si senza regina, un re senza trono!), il tutto giocato su un reggae sintetico. Affiancate a queste perle di melodia, ci sono anche episodi più duri come -KZK-, sostenuta dalla chitarra distorta e dalla voce di Alioscia che sa ben adattarsi a ogni struttura sonora, e la cover di Purple haze, dell'immortale Jimi Hendrix, trasformata per l'occasione in uno ska danzereccio (notevole il lavoro fatto sull'arrangiamento). A completare l'opera 3 brani non meno interessanti. In Justice, brano introdotto da uno spoken-word, vengono narrate le grandi ingiustizie subite nei secoli dai nativi americani fino agli sprechi monetari dei giorni nostri. Metallo giallo, ovvero Justice parte II: i concetti finali del brano precedente vengono infatti ripresi. Il denaro è il motore del mondo contemporaneo e la nostra è una condizione di falsa dinamicità, in cui i cambiamenti riguardano solo l'estetica, ma non la sostanza. Tocca a Cielo chiudere il disco, sorta di critica alla capitale meneghina "dove il denaro parla canta balla e fa girare la testa".

 I Casino Royale fanno centro. Dopo 2 dischi di buono ska, lasciato alle spalle il passato, i nostri danno alle stampe (a detta di chi scrive) il loro capolavoro: originalità, ovvero una proposta sonora meticcia, l'ingrediente del loro successo.

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