Poco dopo aver firmato per la blue note, Cassandra Wilson fa uscire quest'album, datato 1993. Il successo è tale che Cassandra Wilson diviene uno degli artisti più apprezzati nella scena jazz degli anni '90, sicuramente la figura femminile più di spicco.

In "blue light" sono reinterpretate svariate canzoni appartenenti ad autori tra loro anche lontani (si va da Joni Mitchell a Van Morrison, fino Don Raye e Robert Johnson), più altre tre composizioni personali.
Il risultato è fenomenale: la voce è splendida, a tratti un po' mascolina, possiede una delicatezza femminile, una profondità da baritono maschile ed una dinamicità che le permette di trovarsi a suo agio sia in improvvisazioni jazz che nel blues nero.

Il brano di apertura è "You don't Know What love is", un pezzo lento per chitarra acustica e voce. L'interpretazione di Brandon Ross è da applausi, La voce di Cassandra suadente e intensa e la prestazione resa ancora più sorprendente da un solo di violino di Charlie Burnham. Senza parole. "Come on my Kitchen" cambia registro, è un mid tempo con sonorità jazz arrangiato e suonato come meglio non si poteva fare con Cassandra che si alterna tra sussurri e cambi di volume aggressivi. "Tell me you'll wait for me" è un lento con contrabbasso di Kenny Davis, intrdotto da una voce fantastica. "children of the night" introduce le sonorità più africane presenti nel disco, è una galoppata forsennata in cui le percussioni e la chitarra di Brandon Ross si inseguono.
Sembra di essere nella savana durante un inseguimento tra un ghepardo ed una gazzella. Molto suggestivo. Emerge una cura degli arrangiamenti e dei suoni di sottofondo maniacale. "Hellhound on my trail" è un blues reinterpretato dalla fantastica chitarra di Brandon Ross e con una profondità timbrica nella voce d'eccezione; la Wilson accompagna ogni finale di strofa modulando il canto come solo lei sa fare. In sottofondo si sente poi un corno (suonato da Olu Dara) che sembra commentare in maniera onomatopeica il cantato.

"Black Crow" ci introduce ancora in un clima esotico, con percussioni e suoni tribali, in cui clarinetto (suonato divinamente da Don Byron) e voce si inseguono in un'improvvisazione jazz. "Sankofa" è un brano interamente scritto da Cassandra Wilson, con diverse voci di diversi timbri che si susseguono in una prova virtuosa. Interpretazione a metà tra il soul nero e il blues. La voce Baritonale che tira fuori è unica. "Estrellas" è un pezzo esclusivamente percussivo che fa da introduzione alla canzone successiva. Particolare il "gorgheggio vocale", con un timbro irriconoscibile. Si passa con un suggestivo cambio di tempo a redbone (scritto da Cassandra), ancora tribale, ancora un cantato a metà tra blues e jazz, stavolta accompagnata dalla pedal steel guitar di Gib Wharton. "Tupelo Honey" è una ballata lenta di Van Morrison, su testo di "angel" di Jimi Hendrix, completamente trasmutato secondo le esigenze vocali della cantante nera. Assolo centrale di violino di Charlie Burnham da gelare il sangue, la migliore prestazione solista del cd a mio parere (insieme al clarinetto di Don Byron).

"Blue light 'til dawn", pezzo scritto dalla Wilson è una canzone semplicemente perfetta. Non so bene come definirla, Jazz-blues moderno? Blues-pop? Gib Wharton ancora una volta alla pedal steel caratterizza in maniera inconfondibile la canzone. Il cd si chiude con "I can't stand the rain", per chitarra country e voce, un'improvvisazione blues di grande spessore, irresistibile la chitarra slide. La produzione del cd è notevole: suoni puliti, ma caldi e vicini all'ascoltatore. A volte sembra di avere Brandon Ross dietro di noi a svisare con l'acustica. Le prestazioni strumentali e gli arrangiamenti sono veramente sopra le righe e mai banali. La cura di ogni singolo suono è, come già notato, quasi ossessiva. Sulla voce della Wilson ci siamo capiti. La particolarità consiste nel fatto che si arriva fino alla fine dell'album senza essere minimamente annoiati, e secondo me l'ascolto può essere consigliato anche a chi non mastica abitualmente il jazz o il blues puro.

Il voto è un 4 e non 5, numero che io riservo solo ai capolavori. Questo è un gran Cd, ma non mi sembra un capolavoro. Diciamo che se il voto fosse stato dato in decimi si sarebbe meritato un 9. Ciao. Squalo.

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