Terzo CD in un anno (un record!) per i messicani Cast. Anche in questo caso siamo di fronte ad un mix di brani più vecchi e più recenti (risalenti al 1989 e al 1984). Ascoltando la prima traccia qualcosa sembra essere leggermente cambiato. Non lo stile, sempre prog sinfonico tipicamente anglosassone (solamente un po' più sbilanciato verso il New Prog), non la qualità di registrazione, sempre medio-bassa, non le esecuzioni, sempre piuttosto buone e che forse erano la cosa più positiva dei due cd precedenti. Forse è solo il pezzo che presenta un maggior grado di incisività, di personalità. A dire il vero questa sensazione si affievolisce già con il secondo brano, e subito mi viene da pensare che la recensione sarà una fotocopia delle prime due. Poi il terzo brano attacca con un' intro tastieristica niente male e con un susseguente cantato drammatico che fortunatamente mi riporta alle sensazioni iniziali. Si tratta di un brano di ottimo new prog e fortunatamente il disco continua sulla stessa falsariga riuscendo persino a non annoiarmi (cosa che non era successa con i due cd precedenti).

Con questo "Third Call", dunque, i Cast iniziano a smuovere le acque in ambito progressive producendo un'opera che non sarà certo un capolavoro ma che li inizia a mettere sullo stesso piano con parecchie band inglesi che nello stesso periodo riscuotevano maggior successo (vedi i vari Big Big Train o Grey Lady Down, tanto per citarne un paio...). Anni di dedizione al genere forse iniziano a dare i frutti sperati e c'è da sperare che le uscite future segneranno un ulteriore miglioramento per questa band.

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