Tra le nuove leve più chiacchierate del Regno Unito, i Catfish And The Bottlemen giungono alla seconda prova sulla lunga distanza con questo “The Ride”, a poco meno di due anni dal fortunatissimo esordio “The Balcony”.
Nel mezzo c’è stato un Brit Award, nel 2016, come Best British Breakthrough Act, ed un BBC Introducing Award nel 2014, oltre ad un tour di grande successo. Inutile rimarcare che le aspettative nei confronti del secondo disco erano altissime, ed i Bottlemen le hanno soddisfatte quasi appieno.
“The Ride”, infatti, è un buon disco, a tratti persino ottimo. Anzi, a dirla tutta in questa seconda prova c’è persino più coerenza sonora, le tracce suonano più compatte ed amalgamate tra loro e la scrittura del quartetto sembra più coesa, ma comunque sempre fresca e brillante. “Soundcheck” è indubbiamente un ottimo singolo (nel quale spicca un vivace pre-ritornello che mette in mostra l’abilità dei ragazzi nel costruire l’hook giusto al momento giusto), dotato di un bel refrain liberatorio e a presa immediata, ma anche nel resto del disco non mancano le chicche.
Opera che si apre subito con la migliore canzone del lotto, la splendida “7”, non a caso licenziata come secondo singolo. Tutto è esattamente al proprio posto in questa splendida gemma brit rock: dal coinvolgente riff di chitarra all’ottima interpretazione del frontman Van McCann, che continua a ricordare un Luke Pritchard più maturo e meno gigione.
“Twice”, “Postpone” ed “Emily” propongono un pop rock frizzante e calibrato che raramente annoia, mentre spicca la virata verso gli Oasis più pop di metà anni duemila di “Oxygen”, una sorta di “The Importance Of Being Idle” aggiornata e corretta.
Belli e crudi anche i due momenti acustici del lotto, “Glasgow” ed “Heathrow”, che spezzano il ritmo senza annoiare, prima di una “Red” che rialza il volume delle chitarre e presenta un arrangiamento sorprendentemente più ricco, che apre interessanti finestre verso il futuro. Chiude il buon britpop di “Outside”, con McCann ancora sugli scudi.
“The Ride” è un degno sequel di “The Balcony”, che contribuirà a consolidare il successo in patria della giovane compagine e forse ad acchiappare qualche nuovo fa; aspettando con curiosità un’evoluzione futura nel sound dei ragazzi, che potrebbe aprire interessantissimi scenari. Per ora ce li godiamo così, vivaci britpopper ancora un filino nostalgicamente ancorati ai ’90. Ma con classe.
Miglior brano: “7”
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