1995, anno cruciale per il metal inglese. In particolar modo, la scena doom toccava picchi notevoli: gli Anathema raggiungevano la piena maturità artistica (The Silent Enigma), i Paradise Lost, coraggiosamente, abbandonavano le reminiscenze death del proprio suono (il raffinato Draconian Times), i tristi My Dying Bride erano al vertice della loro fama.

Nella stessa scena, differenti da tutti gli altri, i Cathedral confezionavano un diamante grezzo: The Carnival Bizarre è tuttora uno dei loro vertici, uno scrigno marcio di sonorità intensamente pure nella loro commistione bastarda. Fregandosene di orpelli gotici, decadenti, romantici, il gruppo raccoglie dalla nuda terra un frutto mutato di puro rock, nella concezione originaria del termine; una musica mastodontica, densa ma orecchiabile, scandalosamente debitrice di chi la "musica pesante" l'ha presa e riplasmata, vent'anni prima.

Gli onnipresenti Black Sabbath vengono saccheggiati nella forma e nel contenuto, i minuti scorrono e sprizzano di creatività e fantasia, presentando riff hard rock ultracompatti e rallentamenti doom-death, testi immaginifici di streghe e magia, declamati da una voce sporca ed alcolica. Ed ancora cembali, mellotron, percussioni che sembrano provenire da antri nelle profondità. Un festival grottesco di fantasmi e goblin, le suggestioni fantastiche tipicamente anglosassoni che vengono vomitate dal frontman Dorrian, un puro metaller che scopre il flower power.

Gaz Jennings è un chitarrista rumoroso ed un compositore di talento, e nella potentissima "Utopian Blaster" viene affiancato dall'idolo-mentore Tony Iommi. C'è spazio per la lugubre "Night Of The Seagulls", doom fino all'osso, per la festosa title-track e per la splendida opener "Vampire Sun". In conclusione, una orgasmante esplosione strumentale con "Electric Grave". Un album decisamente corposo, dalle suggestioni psichedeliche, omogeneo e privo di cadute di tono.

Rimarranno sottovalutati da molti, anche per il loro rimanere alla larga dai canoni sempre più consolidati della voce femminile pseudo-lirica, orchestra (campionata e non) ed amenità varie che hanno colpito e affondato il vecchio doom nel nuovo millennio: un esempio lampante di come si possa fare della musica al tempo stesso cupa e solare, libera.

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