Lo specchio dell'anima musicale riflessa negli occhi.
Volendo essere poetici. Se poi siamo solamente interessati al sound in quanto sequenza di codici binari, diciamo che nel momento in cui l'hip hop di impronta avanguardista e left field, filiazione diretta tanto del trip hop più dilatato quanto della IDM più rarefatta, volesse provare a dare una lettura del kraut rock (ambientale, cosmico o etnico), passando attraverso una stratificazione soffice, ma densa, di beat, rumori, glitch, sketch, voci, silenzi e interruzioni allora, con molta probabilità, suonerebbe come Caural.
Il che, traducendo il tutto in un linguaggio più identificabile e leggibile da chi necessita termini di paragone, si potrebbe sintetizzare dicendo che siamo prossimi a una versione "psichedelica" (ipotizzammo addirittura shoegaze?) di Prefuse 73 e Boards Of Canada, magari pure rivisitati in un'ottica soul.
Nostalgia, malinconia, romanticismo e buoni sentimenti, ma anche tanta creatività applicata; questo il sunto non solo sonoro di "Mirrors For Eyes".
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