"Il Magico Mondo del Vinile" 

 Sono sempre stato lento nel recepire i cambiamenti tecnologici in generale, ancor di più nell'ambito musicale. Cresciuto coi vinili delle sorelle, in adolescenza andavo fiero (snobismo o lungimiranza?) di non volermi piegare al costoso e freddo mondo del cd, per poi capitolare nel '96. Ci misi altri 5 anni per capire l'utilità di un lettore cd portatile, e altri 4 per concepire il lettore mp3 (I-Pod, se spendo, spendo per bene).

Fino ad arrivare al periglioso passo da me appena compiuto: l'acquisto di un giradischi (il vecchio defunse nel '96 appunto). Ora mi trovo in un'empasse morale: devo ricomprarmi tutto in vinile,  quindi assecondare una mera pulsione consumistica mascherandola per nostalgica, o selezionare gli acquisti per tipologia di musica? L'altro dubbio è di tipo sociale: devo incominciare a tirarmela, magari dicendo sempre e comunque che "su vinile la musica si sente meglio", o devo far finta di niente e considerare i malati di vinile alla stregua di mentecatti usciti dal manicomio? Ancora sinceramente non so, di certo è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ossia il salvadanaio dei sudati risparmi, è stato proprio questo disco dei Causa Sui, edito in  500 copie numerate dall'etichetta dei Colour Haze, la tedesca Elektrohasch.

Gruppo di per sé finora poco significativo: titolare di due dischi interessanti, ma troppo canonicamente stoner-psych per stimolare le mie voglie. Anche per questo accolsi freddamente un titolo pretenzioso come "Summer Sessions Vol I". Madornale errore, perchè, dopo la perdita del cantante, il resto della band si è rinchiuso in studio e in poche sedute ha tirato fuori un disco di psichedelia strumentale a tutto tondo assolutamente magistrale. Immaginatevi i Motorpsycho ultra psichedelici di metà anni '90 (periodo "Timothy's Monster"/"Angels And Demons At Play"), speziature kyussiane come da copione, ma anche incursioni nel kraut(più)rock di Ash Ra Tempel e Agitation Free, fughe chitarristiche in memoria di Jerry Garcia e ritmiche latino-tribaleggianti strizzanti l'occhio a Santana (ma senza la prolissità dei Mars Volta).

Quattro brani, di cui uno mastodontico di 24 minuti, che rappresentano la miglior psichedelia passatista in circolazione

"Viva La Vinyl" 

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