Premessa: io i Cave In li ho già visti tipo 5 volte, li seguo con fervore dai tempi di 'Until you Heart Stops', e questa volta me li sarei anche saltati, se non fosse che c'erano anche i Pelican-ecco perchè ho scassato tanto la minchia ai miei amici per essere lì sulle 9... forse troppo presto, ma tanto meglio essere ad un concerto prima che poi, al massimo ti fai la scaia fuori al freddo e te ne sbatti....
Comunque... all'ingresso si spende 12 euri; dopo aver pagato, entro e subito mi trovo di attorniato da gente che parla un idioma diverso dal mio, presumibilmente tedesco, o altoatesino, boh fatto sta che cerco di scroccare una cartina ma nessuno mi capisce... Allora mi dirigo verso la banchetta dove un baldo roadie mi scancia per altri dieci euri il nuovo cd dei Pelican ('The fire in our throat'... a fine concerto erano finite le copie disponibili!), che è veramente figo e me l'ero scaricato... se c'era lo prendevo in vinile, ma niente vinili, con mio estremo rammarico. Una birra 4 euri... minchia era meglio comprare altre due bottiglie di pisciazza dal magreb in centro. Intanto mi viene offerta da un paio di coscienziosi amici una tirata di erba olandese, l'ideale per ricordarmi che mi restano altre 3 porre, poi finished...
I paladini dello sludge-core psichedelico di Chicago salgono sul palco sulle 11 e i miei occhi si accendono di una luce brillante nel vedere uno dei due chitarristi imbracciare una stupenda LesPaul grigio-cenere, lo stesso modello che vidi quasi un anno fa suonata ai due all'ora da Stephen O'malley a Norimberga, quando vidi i SunnO))... quando il suono della sua attrezzatura portentosa inzia la propria espansione, noto con piacere che il posto si sta a poco a poco riempiendo. Il batterista dei Pelican è un mostro, capace di tenere dei tempi spezzatissimi e lentissimi al tempo stesso, raddoppiando le battute con precisione e spericolatezza, il bass-man è un equilibrista del groove ribassato, mentre l'altro chitarrista, un po' modello frocetto capelli corti biondi non è certo da meno, anzi il suo modo di suonare isterico e violento mi ricorda i Jesus Lizard più malati e deflagranti; suonano per circa 40 minuti (...e avrebbero potuto continuare per altre 3 ore per quello che mi riguardava...), elaborando molto materiale del nuovo disco... peccato che non abbiano fatto "Red Run Amber", la mia preferita... in compenso mi sparano ad un volume glorioso la mitica "Nightendday", e mi esalto nelle prime file con tanto di capelli al vento e porra in bocca!
La chitarra LesPaul ha un suono MASSACRANTE, e solo verso la fine trovo il tempo di spostarmi da quella magnetica vibrazione per dare un "orecchio" al suono non meno esacerbato e saturo di quell'altra.... finale con tanto di arco di violino sulle corde e tanti applausi!
I Cave In, dal canto loro, devo ammetterlo, non sono proprio da meno, anzi.... mi hanno veramente stupito, rivelandosi ancora una volta come una band veramente imperdibile, nonchè sempre copiosa di riff e soluzioni stilistiche degne dell'Olimpo dello stoner-hardcore: il nuovo cd "Perfect Pitch Black" lo conosco poco.... me lo avevano fatto ascoltare prima dell'uscita del disco i 27 (gruppo di Boston sotto Hydrahead), quando li abbiamo ospitati a suonare al centro sociale a Ravenna lo scorso Settembre, me l'avevano pure regalato... peccato che l'abbia perso pochi giorni dopo (era masterizzato), e l'avrò ascoltato due volte in croce senza ricordarmelo per un cazzo.... dal vivo i pezzi nuovi appaiono densi di potenza, con la solita voce di Stephen Brodski in falsetto a metà fra il delirio e la sententia, il bassista Caleb urla come un forsennato avventandosi a più non posso sul basso, e quando Ambro (un mio amico) mi fa gentilmente notare che alla batteria ci sta il batterista dei Converge... beh... SPETTACOLO!!
La musica passionale e satura di effetti e preziosismi psych-post-rock si carica di uno spessore opprimente e violento... sento un tipo accanto a me commentare: "Ahho... hanno capito che devono smettere di fare i fichetti e tornare all'hardcore peso di un tempo!" Sono d'accordo fino ad un certo punto: le volte che li avevo visti non erano certo così pesi , ma comunque molto emozionanti e soprattutto propensi alla sperimentazione, per cui io questi regaz li sempre apprezzati, anche come persone (ho varie foto con me+amici+caveIn+spinei a gogo!!), molto affabili e divertenti!
C'è da dire però che ora SPACCANO MOLTO PIU' e creano delle muraglie di suono bestiale, in cui le chitarre si imbizzariscono ora in riff ultra-metal, ora in catartiche colate di lentezza e di virulenza noise, ora in quasi-ballate lisergiche e sognanti.. un magma che dura un ora buona e che culmina con un bis acclamato a gran voce!! Grandi... peccato che non li ho salutati alla fine...
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