Kraut rock recipe.
Ingredienti per un buon disco di kraut-rock fuori tempo massimo:
1 batterista stolido, imbottito di speed, che pur fedele discepolo della chiesa Neu! e fervente sostenitore della dottrina Klaus Dinger, finisce per sembrarne una copia a tripla velocità.
1 organista Bontempi style in coma vegetativo su due, tre note, preferibilmente con le stesse basette di Irmin Schmidt dei Can
1 bassista eretico, che invece di aderire ai dettami dell'ipnosi ritmica kraut, si pavoneggia con giri simil fusion
1 chitarrista ignorante, cresciuto a pane, bratwurst e Kyuss.
1 cantante muto, perchè il vero kraut è strumentale.
Bene, miscelate i suddetti ingredienti, e avrete il nuovo album dei Cave, americani di nascita, ma mentalmente stanziati fra Essen e Dusseldorf. 42 minuti della migliore psichedelia ipnotizzante dell'anno. Niente per cui strapparsi le vesti, zero novità, ma 5 brani killer dall'alto tasso di digeribilità, ora più virati Can (“On The Rise”), ora più Neu (“WUJ”), fino all'unione perfetta delle parti (più qualche spezia Hawkwindiana) della programmatica “This Is The Best”.Fra i dischi psichedelici migliori del 2011. Burp!
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