Ci sono momenti, che Ungaretti chiamerebbe "sete di poesia"; in cui sei solo e vorresti solo drogarti di musica e cinema. Quello che le tue vene hanno bisogno è solo una scossa di adrenalina sonora, di lugubri cantilene, di arpeggi di chitarra, e vorresti qualcosa di veramente strano e impalpabile. Così finisci in stranezze impenetrabili, che mai avevi sentito nominare prima, e di cui non vorresti sapere proprio nulla. I Cazzodio, nome eloquente. Ottimo. Li provo.
Lasciando perdere ogni curiosità relativa al satanismo che fa tanto "figo e dannato", e stronzate varie, ascolto e basta, senza cercare alcuna informazione, perchè giudicare un disco in base alle curiose abitudini dei suoi musicisti è pura idiozia, ma andiamo con ordine. Innanzitutto i titoli, eloquenti, da "Vivisecting A Priest" a "Serial Mutilation, Maximum Productivity", ad altri totalmente incomprensibili e affascinanti come "Decuplicazione Della Spore". E oltre i titoli? L'inferno. I nostrani anticlericali anticipano le strazianti e oscure masse drone degli impenetrabili Sunn O))), e in 58,impossibili, minuti, consacrano la dissacrante paura del mal di vivere. Onde sonore, picchi ritmici, rumore bianco, rumore nero. Un tizio che canta frasi sconnesse quanto debilitanti come "Ho paura del mondo". E' un suono che straccia le budella, le grida strazianti di una musica che porta alla morte sentimentale.
E loro sono lì, beatamente, dietro le casse a distruggerti con un nonnulla. Ebbene, il disco è indecifrabile, incommentabile. Inascoltabile d'un lato (impossibile ascoltarlo per intero, chiunque ce la faccia, mi mandi un fischio e gli invierò un sorriso come pegno), spiazzante dall'altro, acquista un minimo di senso con le frequenze distorte di "Gabbia Di Ferro", dove il noise diventa un vortice disturbante, su cui ha senso solo sbattersi su un cancello di ferro. Poesie deliranti, urlate o sussurrate sopra mari insolcabili di rumore. Ed è solo fottutissimo dolore. Se ne resta ipnotizzati e straniati, ma alla lunga annoia, e tutto si rinchiude nella fasulla provocazione o in quel nome dissacrante quanto geniale.
Dedicato a voyeur e anime in pena, o gente affamata da stranezze. Capolavoro inutile o gloriosa schifezza? Boh. Fatto sta che è composto di momenti geniali o ripetuti. O si ama o si odia.
Per tutti, comunque, estrema cautela. O finirete per perdervi tra gli spiragli sonori di pura, dolente, castrazione musicale.
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