C'è chi dice e pensa che i CCCP Fedeli alla Linea siano la più grande rock band italiana di sempre e che il loro primo lp "Affinità-Divergenze Fra Il Compagno Togliatti e Noi Del Conseguimento Della Maggiore Età" sia la loro massima espressione e una delle massime espressioni del rock (e non solo) italiano di ogni tempo. Io non sono in grado di sottoscrivere e avvalorare con certezza queste tesi, ma che siamo di fronte all'unica vera band da vantare e difendere con orgoglio di fronte ai colossi esteri, questo sì mi sento di affermarlo.

Nell'ormai lontano '86 dopo la solita trafila di ep e raccolte indipendenti arriva finalmente la pubblicazione di questo primo vero album della band emiliana fondata e capitanata dal chitarrista Masssimo Zamboni e soprattutto dal mitico frontman/paroliere/sciamano Giovanni Lindo Ferretti: un ex operatore psichiatrico e attivista politico schierato nell'estrema sinistra extra-parlamentare di Lotta Continua.

Risparmiando altre note storiche andiamo subito ad analizzare nel detteglio la proposta di questo lp e di questa musica definita dalla band "punk filosovietico" e "musica melodica italiana". Da subito si capisce che in realtà di melodico non c'è proprio nulla, almeno con la prima traccia omonima "CCCP": un puro punk rock veloce che parte con un intro di basso prima di scandire in 2 minuti e 21 riff granitici e sfogare tutto l'impeto del cantante con slogan e riferimenti alla cultura sovietica come "CCCP" "Pravda" "KGB" "SSSR", anche in chiave ironica e critica "Fedeli alla linea anche quando non c'è/Fedeli alla linea la linea non c'è".

"Curami" secondo delirante pezzo diventa subito uno degli inni assoluti della band, xilofono batteria eletronica oltre ai classici riff "zamboniani" offrono lo spunto al leader per cantare di alienazioni e invocare soccorso, "solo una terapia" il supplizio finale.

"Mi Ami?" dovrebbe essere la canzone psueudo d'amore, ma si rivela un amore quasi lobotomizzato: "Un erezione, un erezione triste per un coito molesto, per un coito modesto/ Spermi spermi indifferenti per ingoi indigesti/ io attendo allucinato la soluzione estrema". Musicalmente parte con un riff leggero ma poi esplode nella solita carica di riff veloci, un altro grande inno della band. "Trafitto" parte anch'esso con un riff lento intodotto da una chitarra acustica, ma poi non accellera e rimane su quella lentezza che però non scalfisce il valore del brano.

"Valium Tavor Serenase" è una delle perle assolute del disco e della band: si tratta di un vero e proprio hardcore quasi stile Negazione se non fosse per il canto sì violento ma non urlato ed esasperato come quello di quest'ultimi. In un misero minuto e 18 vengono decantate dal nostro Ferretti appunto le sostanze nominate come però calmanti ed antidepressivi (vi ricorda qualcuno?) facendo probabilemente riferimento al suo passato di operatore psichiatrico, ma soprattutto ad entusiasmare è la fantastica citazione di "Romagna (Emilia) Mia". Un gruppo rock che sbeffeggia in questo modo la canzone popolare italica, assolutamente fantastico ed esilarante.

"Morire" è un altro grande inno: ancora una partenza lenta col riff acustico che a tratti ricorda adirittura "To Live Is To Die" dei Metallica prima di alzare il ritmo ed esplodere nell'ennesimo grande testo, forse il più bello in assoluto, a venir cantata è l'alienazione della società degli anni 80: "Non so dei vostri buoni propositi perchè non mi riguardano/ Esiste una sconfitta pari al venir corroso/Che non ho scelto io ma è dell'epoca in cui vivo". "La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere/La morte è insopportabile per chi non deve vivere", invece è un grande inno dark, ma il meglio arriva con l'anatema assuluto della società 80's: "Produci Consuma Crepa/Sbattiti fatti crepa/Cotonati i capelli riempiti di borchie rompiti le palle rasati i capelli crepe crepa crepa(!)".

"Noia" se non ritorna alla velocità e all'aggressività iniziale s'indurisce notevolmente rispetto alle ultime 2 con tanto di intro alla "We Will Rock You", sostanzialmente canta ancora di lobotomia e si rivela forse la meno incisiva del lotto per quanto riguarda il testo, musicalmente invece è ancora una volta ineccepibile.

La grandiosa "Io Sto Bene" invece è la canzone lobotomica d'eccezione perchè contiene l'ennesimo inno, uno dei più incisivi: "Non studio non lavoro non guardo la tivù non vado al cinema non faccio sport", preceduto da quel "Io sto bene bene io sto male io non so dove stare/ sto bene sto male non so cosa fare" che sarà ripreso più o meno dai Bluvertigo in "L'asenzio"

Le ultime 2 sono le canzoni più lunghe: i 5 minuti abbondanti di "Allarme" partono col basso di Umberto Negri (peraltro molto presente in tutti i pezzi) e con inedite sonorità di tango per poi continuare in un grande rock con un testo che culmina con quel "Muore tutto l'unica cosa che vive sei tu/ Muore tutto vivi solo tu" che in effetti sembra proprio rubato ad un taccuino del signor Smith.

Arriviamo a quello che forse è l'inno degli inni, la canzone più famosa e caratterizzante della bad: "Emilia Paranoica" con l'intro di basso che ricorda la futura "Black Moon" di Emerson Lake & Palmer, a prova della grande influenza che la band avrà anche all'estero. La canzone è una degnissima chiusura di un disco epocale, un pezzo stupendo lungo quasi 8 minuti sempre all'insegna del puro rock che decanta un Emilia diversa dai luoghi comuni, un Emilia cupa oscura lido ideali per tossici e alienati "Aspetto un emozione sempre più indefinibile" la frase simbolo. In breve il lungo manifesto riassuntivo e definitivo del disco.

In definitiva un disco epocale, non so se sia realmente questo il "più grande disco del rock italiano", ma una cosa è certa: trattasi di un disco che ha mischiato influenze diverse in modo assolutamente unico e originalissimo, punk, proto punk, post punk, rock, new wave e suggestioni elettroniche; testi che sono insieme paradossali e ironici, ma anche colti, intelligenti, arrabbiati, paranoici, alienati, divertenti e semplicemente... bellissimi. Un disco fose irripetuto negli anni successivi ma sicuramente irripetibile visti i tempi di oggi e l'irripetibilità di una band come i CCCP. E ho detto tutto.

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