"Intanto Paolo VI non c'è più / E' morto Berlinguer / Qualcuno ha l'AIDS / Qualcuno il PRE / Qualcuno è POST senza essere mai stato niente"

Nei tanti ipotetici dizionari della musica italiana in generale, molto probabilmente i CCCP meriterebbero uno spazio come si deve. Già, perché la prima band di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni è stata una novità nel nostro belpaese. Il loro punk filosovietico mescolato alla tradizione emiliana si è rivelato una formula quasi chimica, che, seminata nel modo giusto, ha portato ad ottimi frutti. Ma tale genere non è comunque sempre di facile assimilazione.

Però è indubbio che dischi come "Affinità/Divergenze Tra Il Compagno Togliatti e Noi - Del Conseguimento Della Maggiore Età" o "Socialismo e Barbarie" sono dotati di idee ed energia tali da mettere al tappeto un po' tutti. Energia espressa non solo attraverso il punk, ma anche attraverso il rock.

Ora però voglio soffermarmi su un lavoro particolare (e proprio per questo un cd che divide gli ascoltatori: c'è chi lo apprezza e chi lo disprezza) uscito nel 1988: "Canzoni Preghiere Danze Del II Millennio - Sezione Europa". Già dalle prime note, con questo disco si ha un leggero cambiamento. Non più solo punk, ma anche altri generi che si scopriranno man mano che si procede con l'ascolto.

Dopo un omaggio al canto alpino "Il Testamento Del Capitano", è proprio "Svegliami", uno degli apici del CD (e dei CCCP in generale), ad aprire le "danze del secondo millennio". Le chitarre di Zamboni e di Carlo Chiapparini, il basso di Ignazio Orlando e una drum machine ben organizzata fanno la loro porca figura. Seguirà di tutto: un simil-reggae ("And The Radio Plays", altro classico dei CCCP poi ripreso di nuovo, sotto il nome C.S.I., nel live "In Quiete"), qualche tendenza al Surf ("Huligani Dangereux"), influssi quasi blues ("B.B.B.", acronimo di "Brucia Baby Burn"), new wave ("Palestina (15/11/1988)", che riporta un po' ai Litfiba di quell'epoca, e ulteriore prova della dimostrazione di come entrambi i gruppi, assieme ai Diaframma, siano stati dei "pionieri" di un nuovo tipo di rock), un omaggio alla Vergine Maria (la preghiera "Madre", che farà guadagnare loro un servizio su Famiglia Cristiana), suoni inusuali simili a fisarmoniche ("E' Vero") e, come sempre, tanto, tanto punk ("Le Qualità Della Danza", "Roco Roco Rosso", "Conviene", "Fedele Alla Lira?", dedicata da Ferretti a coloro che gli davano del venduto)

Unici scivoloni sono i due divertissements finali (comunque parecchio ascoltabili) affidati rispettivamente all'"artista del popolo" Danilo Fatur e alla "benemerita soubrette" Annarella Giudici: "Vota Fatur" la prima, e "Reclame" (una presentazione di tutto il gruppo in chiave new age) la seconda, che è anche il brano di chiusura.

Il disco non è un capolavoro, ma nel suo essere "minore" è allo stesso tempo importante. E' il ritratto di un'epoca, un'epoca vista dagli occhi di Ferretti, Zamboni, Orlando, Chiapparini, Fatur e la Giudici, prima di scrivere insieme (quasi tutti, visto che Orlando e Chiapparini lasceranno la band) la parola fine con l'ultimo capolavoro "Epica Etica Etnica Pathos".

E poi, fino a prova contraria, quanti di noi si sono sentiti POST senza essere mai stati niente?

"Ma tu cosa mi dai? Cosa mi dai di te?"

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