Il 1989 è un anno molto importante per i CCCP, sia dal punto di vista musicale che da quello ideologico: dopo il concerto a Mosca (con i Litfiba), il gruppo, formato fino ad allora da Giovanni Lindo Ferretti (cantante) e Davide Zamboni (chitarre) più Danilo Fatur e Annarella Giudici ("attori" durante i concerti di performance erotico-surreali), si allarga al bassista Gianni Maroccolo, al tastierista Francesco Magnelli e al batterista Ringo De Palma, uscenti dai Litfiba, più il secondo chitarrista Giorgio Canali; ma l'89 è famoso soprattutto per la caduta del muro di Berlino e la fine del comunismo.

Per questo i CCCP, che sono stati sempre attratti da ideologie di sinistra, capiscono che un mondo è arrivato al termine e perciò anche la loro esistenza. Ma da questa situazione escono a testa alta, avendo la possibilità di scriversi da soli il propio funerale, rappresentato da questo bellissimo cd. Dal punto di vista musicale, grazie ai nuovi musicisti, la rudezza punk degli album precedenti si trasforma in una orchestrazione capace di variare tra i tanti stili proposti nell'album. Può essere considerata la prima prova dei futuri C.S.I.

L'opera è divisa in 4 parti, ognuna delle quali tratta uno dei temi espressi nel titolo. "Epica" inizia con un capolavoro, "Aghia Sophia": nei 9 minuti del brano si alternano ritmi tangheggianti, pause, cori ecclesiastici e marcette marziali perfettamente ammalgamate. "Paxo De Jerusalem" è un brano mistico-orientale che ricorda l'album precedente mentre "Sofia" è una parentesi per organetto. "Etica" parte con un altro brano-collage della durata di 9 minuti: "Narko $ (contiene Baby Blue)". La prima parte, in cui prevale un basso distorto, si stempera in un brano quasi da piano bar cantato da Fatur, per poi ritornare al tema iniziale. "Campestre" è una bucolica canzone, molto rilassata, mentre "Depressione Caspica" torna sul tema mistico, anche qui supportato da un grande basso. "Etnica" si apre con un tradizionale calabrese "In occasione della festa", a cui segue "Amandoti" (sedicente cover), canzone d'amore a ritmo di tango, "L'andazzo generale" dedicata al tema della mafia, l'acustica "Al Ayam" con un testo in arabo, "Mozzill'o Re" con un ritmo da tarantella e la reprise di "Campestre" cantata da un coro femminile. "Pathos" presenta due canzoni: la bellissima "MACISTE contro TUTTI", lunga suite che ripercorre musicalmente tutti gli stili suonati dai CCCP, e la ninna-nanna "Annarella", in cui un cosciente Ferretti chiude in bellezza la decennale carriera dei CCCP.

"Lasciami qui Lasciami stare Lasciami così Non dire una parola che Non sia d'amore Per me Per la mia vita che È tutto quello che ho È tutto quello che io ho e non è ancora Finita Finita..."

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