"Capri è sacra. L'obiettivo non è vederla, ma avvertirvi una certa qualità di emozione" (Jean-Paul Sartre)
Capri è il luogo scelto da Will e Danielle per dare vita al loro paesaggio sonoro. Un paesaggio sonoro distante dall’immaginario collettivo dell’isola e da certa volgarità della stagione turistica, tuttavia profondamente vicino allo scenario invernale della stessa.
Quello dipinto dai Celer è un affresco fatto di silenzi, natura, echi: una Capri insolita ed irreale, ma allo stesso tempo tangibile nei suoi elementi naturali. “Capri” è guardare la risacca delle onde che si infrangono sui faraglioni, rinchiusi nel faro di Punta Carena.
Quasi inutile tentare di intuire strumentazione, field recordings, loops: il tutto si perde in un flusso in cui immergersi e rimanere privi di qualsiasi memoria e identità. “Capri” è perdersi in grotte di deprivazione sensoriale o assistere inermi allo scatenarsi delle code di Zefiro.
La musica dei Celer è l’esatto opposto della concezione dell’ambient-drone come mero escapismo sonoro, al contrario è un perpetuarsi di suoni e atmosfere più terrene e stratificate che eteree tale da evocare preziose suggestioni.
Listen to the inverted sounds, falling.
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