Il cinismo dell'Uomo massificato ha contagiato malignamente pure il Natale. Ahinoi! E la mole di ricordi e rimembranze di tutti noi "piccirilli" dietro l'Albero con i pacchetti ancora da scartare per le mani? Che ne è del sentimento di totale ottimismo tipico delle festività babbonataliane? No answers now.

I tempi moderni hanno mitragliato del tutto il Natale con il suo significato (che non illustro per non cadere nella retorica più scadente). Quando si è inferiori al metro e cinquanta le Festività dei nastri e dei festoni sono attese con trepidazione e baldanza ben prima della vendemmia, una volta adolescenti e frivoli giovincelli sui Twenties/Mid Twenties le baldorie di San Silvestro surclassano come aspettativa e dinamicità quelle della natività di Cristo. Arrivati, infine, alle "venerande" età post-30 sono sufficienti un Pandoro, una candelina, una bottiglia di Spumante del supermarket più vicino e un pizzico scarno di buonismo pret à porter a colmare spiritualmente e moralmente le due settimane che intercorrono tra la Vigilia e l'Epifania. Lo stress quotidiano, la massificazione totale imperante sicuramente hanno abbattuto la vera etica natalizia: si celebra, certamente, il buonismo e la positività generale, ma le si relega a quel metà mesetto fine Dicembre - inizio Gennaio. Poi il black-out della bonarietà ed il ritorno verso la mesta quotidianità (e verso le palestre a smaltire l'astice ed il panettone al Grand-Marnier di troppo).

Pure le musichette confezionate apposta per il Santo Natale diventano, con il becero trascorrere della categoria kantiana Tempo, fastidiose melodie atte a essere propinate persino nelle vie cittadine a maggior flusso di shopping. E non ci viene il mente che le note dei Jingle Bells, dei White Christmas e dei O Tannenbaum (oggi riecheggiati dall'amplificatore posto strategicamente sopra il negozio più fashion del Corso), erano la nostra ninna nanna prediletta durante queste festività. Qui, ancora, una valanga in fase accrescente di attimi e momenti del passato. Ciononostante, il Tempo non riesce sempre a debellare dal nostro esacerbato Spirito tutte le melodie, concrete ed astratte, del nostro remoto past. Esiste ancora qualcosa che ci fa sentire natalizi tout-court e non solo per ipocrisia generale. Basta premere il pulsante "Classic/Evergreen" delle nostre cervici ed ecco qualcosina intento a trasferire una fioca lucina verso l'esterno.

Sono perfettamente a conoscenza delle strategie di marketing che approfittano delle feste natalizie per pubblicare caterve di dischi "incisi" all'uopo, sono convinto che certe melodie tradizionali di immemore fattura non dovrebbero essere messe in bocca a qualsiasi cantante a corto di idee, tuttavia...

Tuttavia esiste (musicalmente parlando) qualcosa di Christmas - inspired che vale la pena almeno assaggiare, senza pregiudizi distruttivi. Esistono, inoltre, artisti che, tralasciando intenti commerciali di background, riescono ad infondere con la loro voce e i fiochi sound di accompagnamento un benché minimo sentimento natalizio. Che va oltre il cenone.

Si può affermare di tutto riguardo Celine Dion, che sia pop, commerciale, eccetera, ma lasciatemi esaltare, almeno un poco, le sue ingenti doti vocali. Che, poi, quest'ultime siano sprecate in canzoncine dance-pop, siamo in altri terreni discorsivi. These Are Special Times è forse l'unica opera discografica degna di un artista mainstream a fornirmi, almeno a tratti, un qualche sentore natalizio. Datato 1998, neanche a dirlo proseguì il trend positivo dell'enorme fama che la Dion si era costruita anni addietro.

Non mi preoccupo, stavolta, di descrivere minuziosamente ed individualmente le sedici tracce contenute nell'album. Anche perché è prescindibile l'obbligatoria preponderanza di orchestre, archi, tamburelli, violini, organi, flauti, campanelli.....Strumenti musicali poi tutti finalizzati a circoscrivere degnamente il caldo soprano della Dion. Menziono, tra i brani degni di nota, le versioni made in Celine dei tradizionali O Holy Night, Ave Maria, Brahms' Lullaby, Adeste Fideles (O Come All Ye Faithful), oltre ai celebri inediti The Prayer (famoso featuring con il nostro Andrea Bocelli) e I'm Your Angel, traccia R&B/Soul performata con R. Kelly, un po' meno natalizia delle rimanenti. Storcerà il naso ai più puristi, ma più che accettabile risulta l'interpretazione di Celine di Happy Xmas (War Is Over), grande classico di J. Lennon e Y. Ono.

Approfitto dell'analisi di questo lavoro per augurare a tutti i DeBaseriani, buoni e cattivi, un sereno Natale. Ed un felice 2011. Non esagerate con la vodka, comunque.

Darius

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