Venticinque anni sono trascorsi; metà della mia vita.

Era l'Aprile del 1993 e vidi i Cell in concerto al "Tempio della musica alternativa degli anni novanta" che è stato per me il Bloom di Mezzago.

Acquistai l'Ep in questione dalle stesse mani del leader Jerry DiRienzo; che ebbe cura e garbo di porre un suo autografo all'interno del booklet. Firma sbiadita dal tempo ma che ancora si può, con una certa difficoltà, leggere.

I Cell sono stati una di quelle grandi meteore uscite dall'infinito calderone dei primi anni novanta; provenienti da New York.

Due soli dischi pubblicati; qualche sparuto Ep e singoli.

Inseriti, con molti dubbi da parte mia, nel filone della brumosa Seattle; ma molto più vicini a sonorità appartenenti alla Grande Mela.

Come dei Sonic Youth, per lo stridore delle due chitarre, che si dirigono con prepotenza verso i Television del Signor Tom Verlaine (grazie in particolare ad una serie di assoli "a salire" che abbondano nelle quattro canzoni presenti nel breve lavoro).

Ed è uno di quei rarissimi casi dove parto sempre nell'ascolto dall'ultimo brano presente: una rumorosa, torrenziale, detonante cover di "Free Money" di Patti Smith. Con la voce di Jerry così cartavetrosa e sofferta che ricorda da vicinissimo quella di Guy Kyser degli indimenticabili Thin White Rope; un crescendo, una continua salita; una spinta "armata" di tutti gli strumenti. Straordinaria cavalcata da assaporare a volume disturbante.

E non sono di certo da meno i tre brani scritti dalla band dove i fraseggi delle sei corde rimangono protagonisti; ed allora ecco che si buttano in picchiata nella frenetica esecuzione di "So Cool" dove i termini di paragone si dirigono verso quel Power-Pop ispiratissimo che li accomuna agli ultimi lavori di un trio che negli anni ottanta ha gettato le basi per tutto l'Alternative e l'Indie Rock. Bob, Grant e Greg i loro nomi e provenivano da Minneapolis.

Ma quanti bei nomi ho citato!!

Perche i Cell sono stati una grandissima band; durata un lustro appena. Peccato...CHINA LATINA...

Se non sono stato fin qui convincente ascoltatevi il finale della title track: la penserete infine come me, ne sono certissimo.

Ad Maiora.

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