E questi da dove saltano fuori? E chi se li ricordava più i Cell, nati a New York nel 1990!! Due i dischi pubblicati prima di concludere la carriera un lustro dopo; scoperti da me per puro e fortunato caso quando suonarono di spalla alle meravigliose giapponesi Shonen Knife. Concerto che si tenne nella primavera del 1993 nell'abituale luogo di culto che è stato per tanti anni il Bloom di Mezzago.
Slo - Blo è l'esordio sulla lunga distanza della band, dopo aver pubblicato in precedenza un singolo per l'etichetta discografica di un certo Thurston Moore. Risulta a questo punto facile definire le coordinate musicali dei Cell: vigorosi intrecci di chitarra Post-Punk alla Sonic Youth, accompagnati da una ricerca melodica che ricorda molto da vicino i Nirvana di Nevermind. L'album esce per l'etichetta City Slang che cerca di inserire la band nel filone Grunge (facilmente intuibili i motivi soprattutto economici di questa operazione).
I dieci brani si sviluppano tutti in un modo molto simile: un inizio pigro, lento, narcolettico che induce quasi alla sonnolenza. Con un crescendo rumoroso, un'intensità che sale nello scorrere temporale delle canzoni; fino a raggiungere vette elettriche Psycho-Grunge di stordente ed ipnotica bellezza. Ed è il cantato, che ricorda quello di Guy Kyser dei formidabili Thin White Rope, un altro elemento di forza del gruppo.
Mi basta descrivere la lunga "Stratosphere" per dare un'idea dell'eccelsa qualità musicale dei Cell: una flemmatica e notturna introduzione strumentale, una successiva esplosione in un fraseggio delle due chitarre che continuano a rincorrersi, con riff sinuosi ed avvolgenti. Chitarre che sul finire lentamente vanno a spegnersi come in un intimo abbandono.
Un contemplativo e mistico capolavoro.
Ad Maiora.
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