A due anni dall'uscita de "La Teoria dei Colori" Cesare Cremonini si ributta nella mischia con un album molto "British", prendendone però, a quanto è parso da questo disco, la parte peggiore, "Logico" infatti, sembra continuare l'involuzione del cantautore bolognese, che non aveva pienamente convinto dei suoi ultimi lavori.

La prima canzone del disco, preceduta da una breve introduzione musicale di Alessandro Magnanini, è il singolo di lancio Logico #1, che è forse la canzone migliore dell'album, il che fa già capire il non eccelso livello di questo lavoro, trattandosi infatti di una canzone discreta, orecchiabile e con un testo accettabile (arricchito da qualche citazione Beatlesiana, che Cesare non fa mai mancare), ma nulla di trascendentale, e comunque ben lontano da quello a cui Cremonini ci aveva abituato negli anni passati, si continua poi con Greygoose, che racconta il classico amore di una notte, bell'arrangiamento, ma canzone che scorre via senza particolari note di colore, segue Io e Anna, scritta, così come Logico #1, assieme a Davide Petrella, ed infatti sembrano le due canzoni migliori del disco, la quinta canzone è John Wayne, classica canzone cremoniniana, con qualche richiamo a Panic dei The Smiths. Si arriva poi a Fare e disfare, bene gli archi e i cori, ottimo l'arrangiamento in generale, ma testo abbastanza insipido, canzone che sa tanto di occasione sprecata, così come sanno di occasione sprecata Se c'era una volta l'amore (ho dovuto ammazzarlo), che tratta della separazione tra due genitori, di per se non una brutta canzone, ma se ne ricordano altre che questo tema l'hanno trattato molto meglio, e Vent'anni per sempre, dove troviamo il classico testo cremoniniano "tanto fumo e poco arrosto", con tante citazioni inglesi che finiscono però per rimanere fini a loro stesse, nel mezzo invece niente male Quando sarò milionario, bene sia la musica che il testo, una canzone che in un album di maggior livello avrebbe magari un ruolo marginale, ma che nella stentata sufficienza generale di questo lavoro spicca invece per testo, arrangiamenti e originalità del tema.

Chiudono Cuore di cane, che non sarebbe nemmeno malaccio, ma si prospetta destinata a rimanere conosciuta nella cerchia di coloro che hanno comprato il CD, senza uscire allo scoperto, e Cos'hai nella testa?, domanda che verrebbe logico porre proprio a Cremonini, visto il risultato di un album che avrebbe dovuto rappresentare la crescita di quello che invece sembra ormai un cantautore che ormai si ritrova a scimmiottare il British ed in particolare i Beatles per mancanza di vere idee, riproponendo cose che ormai appaiono trite e ritrite nella sua discografia, il risultato non è nemmeno malaccio, ma visto quello che ci ha fatto ascoltare in passato ci si poteva aspettare molto di più da un album che raggiunge a malapena la sufficienza 

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