Chaka Khan: uno sguardo ammaliante, magnetico. Un sorriso contagioso, che trasmette energia e voglia di vivere. Una monumentale presenza scenica. Una voce superba, potente, espressiva, con una estensione di cinque ottave. Qualcuno dice: l'erede di Aretha Franklin. Una vita contrassegnata dagli eccessi, dall'abuso di droga e alcol, ma anche dall'impegno civile: dalla militanza, ancora giovanissima, nelle Black Panthers, all'adozione di un nome africano, alla più recente istituzione di una fondazione a sua nome per aiutare madri in difficoltà e bambini autistici.

"What Cha' Gonna Do For Me", del 1981, è un intrigante mix di soul, R&B, funk e discomusic, prodotto da Arif Mardin, arrangiato e suonato dai migliori sessionman di quegli anni. Gli arrangiamenti riportano al soul-funk di lusso di fine anni '70, con chitarre ritmiche a profusione, coretti, muri sonori innalzati dalla sezione fiati (Michael e Randy Brecker, nientemeno), uptempo beat nelle mani del batterista Steve Ferrone, mentre al basso troviamo il talentuoso Anthony Jackson. Ospiti illustri come Hiram Bullock, e nella rilettura del classico jazz "A Night In Tunisia" anche il vecchio Dizzie Gillespie ed Herbie Hancock, autore di un pregevole assolo di synth. Impossibile rimanere fermi davanti a brani come "I Know You, I Live You", "Fate", "Heed The Warning", che dopo poche battute vi sembrerà di conoscere da sempre.

Niente abissali discese nei meandri dell'animo umano, certo che no; ma sono assicurati quaranta minuti di autentico spasso, sanissimo epidermico divertimento, con la voce della signora Yvette Marie Stevens che spesso e volentieri si diverte a mettere a dura prova i tweeter dei vostri altoparlanti (ai woofer ci pensa l'inesorabile sezione ritmica...), raggiungendo vette davvero incredibili.

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