Una luce accecante che attraversa le palpebre sarebbe questa musica se si potesse vedere. Intensa ma non fastidiosa, un'avvolgente stordimento che ti culla sulle onde dei pensieri.

Non è un caso se le performance di Charlemagne Palestine sono accompagnate da immagini e immerse in un'atmosfera religiosa. Lui è infatti uno stregone e porta sempre con se i sui feticci: animali di pezza e una bottiglia di Cognac. La musica è un mezzo per entrare in trance, stabilire un contatto con la divinità, ma anche un modo per esorcizzare i fantasmi interiori e le paure e trasferirli in quei feticci.

"Quando devo suonare mi preparo come uno sciamano: mi vesto appositamente per ciascun evento con una speciale maglietta, speciali pantaloni, sciarpe speciali, calze speciali e scarpe altrettanto speciali. Bevo poi il mio Cognac speciale magico dal mio bicchiere di cristallo speciale e preparo un altare con le mie Muse, i mie Animali di Pezza, le mie Divinità e i miei Dei, i miei Intermediari con il Divino! (se si tratta di giocattoli, sono Giocattoli Sacri). Entro in una specialissima Profonda Trance e Interagisco, mi Interseco, mi Interconnetto con l'Universo! Mi allaccio direttamente con le Forze della Natura! Questo è il modo in cui mi preparo!"(*)

Strumming è l'unione delle parole "Streaming" e "Drumming", cioè un flusso sonoro inesorabile come la corrente di un fiume unito a un impeto percussivo tribale. Tutto questo è eseguito al pianoforte, battendo su un paio di tasti fino a spellarsi le dita e ininterrottamente per cinquantadue minuti, servendosi dei pedali per conferire diverse sfumature.

"Lo Strumming è arrivato attorno al 1972. Stavo sviluppando un lungo lavoro al pianoforte chiamato "Spectral Continuum for Bösendorfer Imperial" presso il California Institute of the Arts dove ero assistente e laureato. Il lavoro durava circa 5 ore e venne suonato con la tecnica dell'arpeggio, in modo non molto diverso da come erano soliti fare gli impressionisti come Debussy e Ravel, eccetto che per il fatto che io avevo creato un lungo "continuo" liquido e arpeggiato che ripeteva le note e gli accordi, ma mai gli stessi per due volte, come le onde del mare. All'inizio e alla fine del pezzo, io suonavo un'ottava con un dito per ciascuna mano in modo alternato, cambiavo il tempo, fino a sentire magnifici arcobaleni o sovratoni in funzione delle leggere differenze del tocco, dell'intensità e delle velocità dell'esecuzione. Fu veramente una scoperta sonora magica per me e da lì ho iniziato a sviluppare e sperimentare questa tecnica in molti modi diversi e complessi."(*)

L'amore di questo artista per le musiche popolari è evidente, specie per quelle più ancestrali, sciamaniche, quelle che non hanno né un inizio né una fine confondendosi col suono della natura, che servono a curare le pene del corpo e dell'anima tra fumi di droghe o frenetici e ossessivi battiti di tamburello fino a sedare il veleno della taranta. Per questo il calore di questa musica è lontano dall'algido minimalismo di La Monte Young , Philip Glass, oppure Steve Reich.

"Mi sento molto più vicino, con i miei rituali e le mie musiche, agli Aborigeni piuttosto che agli Young-Glass-Adams-Reichs"(*)

Questa musica ha capacità taumaturgiche, è un'esperienza personale che assume colori diversi ad ogni ascolto ed ha un significato differente per ogni ascoltatore. È sicuramente un momento di evasione dalla realtà che lascia un po' storditi ma più liberi è leggeri.

Sarebbe inutile comunque continuare a descrivere sensazioni personali, naufragate nel mondo di Charlemagne Palestine per riconciliarvi col cielo e la terra.

Carico i commenti...  con calma