"Peanuts" di Charles Monroe Schulz (U.S.A.), con presentazione di Umberto Eco (Ita). Volume pubblicato dalla BUR (Rizzoli) nel 2001 nell'ambito della Collana "I Classici del Fumetto"

"Non beve, non fuma, non bestemmia. E' nato nel 1922 nel Minnesota. Vive modestamente ed è "lay preacher" in una setta detta la Chiesa di Dio; è sposato e ha, credo, quattro bambini. Gioca a golf e a bridge e ascolta musica classica. Lavora da solo. Non ha nevrosi di alcun genere. Quest'uomo dalla vita così sciaguratamente normale si chiama Charles M. Schulz. E' un Poeta." (Umberto Eco. Dalla prefazione di "Arriva Charlie Brown" edito da Milano Libri nel 1963 e riproposta nel volume qui recensito)

Piccola Formalità:

Non potendo recensire (per, rispettabile, linea editoriale del Sito) singole edizioni di uscite "seriali" fumettistiche, e non volendo (e non potendo) non parlare di uno dei più (se non il più) importante autori di strip e tavole umoristiche di sempre, ho scelto di parlare di un volume che è uscito tramite le vie editoriali normali. Cosa ulteriore che lo rende "libro" vero e proprio è il fatto che, lungi dall'essere solo un "Best Of" (contiene un florilegio di strisce quotidiane e tavole domenicali pubblicate dall'UFS dal 1950 al 13-02-2000, il giorno dopo la scomparsa dell'autore), presentando una bellissima, e completa,  biografia dell'autore, un'esaustiva bibliografia, una raccolta vastissima d'informazioni, approfondimenti, curiosità ed omaggi di importanti personalità del mondo della cultura, è da considerare come un prodotto editoriale "unico" ed un omaggio ad un uomo che ha saputo portare la, sottovalutata, Arte dei Fumetti alla ribalta della Letteratura a tutto tondo. Va da se che "tecnicamente" queste poche righe forniscono già una recensione del volume quindi ora parlerò dei "Peanuts" e di Schulz in senso lato (ed il più sintetico possibile).

"Sono solo un cartoonist. Uno che deve disegnare la stessa cosa tutti i giorni cercando di non ripetersi" (C.M. Schulz)

Charles Monroe Schulz nasce a Saint Paul, Minnesota, il 26 Novembre del 1922. Figlio di due immigrati tedeschi (suo padre era barbiere come lo sarà quello di Charlie Brown: prima di moltissime note autobiografiche che metterà nelle sue creature) fin da piccolo mostra propensione per il disegno, tanto che i suoi gli fecero fare un corso per corrispondenza della "Federal School of Art". Dopo essersi diplomato, nel 1943, viene chiamato dall'esercito statunitense a combattere in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Le sue doti artistiche saranno molto apprezzate dai suoi commilitoni tanto che moltissimi gli chiesero di "abbellire", con i suoi disegni,  le lettere destinate ai propri familiari (curiosa analogia con Walt Disney che durante il primo conflitto mondiale decorava le ambulanze militari con piccole illustrazioni). Tornato, negli States, nel '47 creò "Li'l Folks" strisce che furono vere e proprie anticipazioni di quella che sarà la sua creatura futura. Nel 1950, notando il suo lavoro, l'UFS lo pose sotto contratto: da li le sue strisce quotidiane e le sue tavole domenicali vennero pubblicate, prima su 7 giornali americani e via via in varie pubblicazioni in tutto il mondo (tradotte in 26 lingue e pubblicate in 75 nazioni) ininterrottamente per quasi 50 anni. Il nome "Peanuts" ("noccioline" in inglese ma nello slang americano di allora anche "piccole persone", "piccoli personaggi"...) venne dato dall'UFS e Schulz non lo apprezzo' mai: "Peanuts è il peggior titolo pensato per una striscia. Non c'entra niente, non significa nulla!..."

"Come nella grande satira di Swift e Orwel, nei Peanuts soltanto a un animale è dato di essere davvero "umano": Snoopy." (Curzio Maltese)

L'importanza dei "Peanuts", oltre che nell'enorme successo popolare, va ricercata nella seminale (uno schifo di aggettivo, lo so...) influenza che ebbe in tutte le creazioni (anche non a fumetti) umoristiche successive. Infatti è impossibile non ritrovare, pure in successi planetari come i "Simpsons" di Groening od in avanguardie satiriche come "South Park" di Parker e Stone, tecniche narrative e stilistiche "inventate" e portate avanti da Schulz: la più importante di tutte, quella del "Piccolo Accadimento", una notiziola di cronaca, una curiosità della vita quotidiana etc. etc. che occupava solo lo spazio di poche strisce per poi dare pretesto ad altri sviluppi nelle successive "avventure" fu una vera e propria rivoluzione. Ma anche le più banali, come l'aspetto corale dell'universo dei "Peanuts" (e prerogative come quella di non far mai vedere gli adulti), il tratto minimale e semplice del disegno, una capacità di sintesi che fino a quel momento era sconosciuta, diventarono dei veri e propri germogli che influenzarono tutto il modo di "fare fumetto" umoristico (e anche non) successivo. Senza poi citare dei veri e propri "luoghi comuni" del nostro vivere quotidiano (come la coperta di Linus, la frase "era una notte buia e tempestosa" od il Grande Cocomero) nati dalla matita di Schulz.

Una matita che per quasi cinquant'anni ha disegnato bambini che ci hanno mostrato ansie e nevrosi, difetti e peculiarità, miserie e bassezze di noi, uomini e donne,  adulti cresciuti nel ricco e capitalistico occidente in modo apparentemente "mansueto" e da "favoletta" ma, in realtà, spietato e (iper)realistico.

C.G. (Girlanachronism)

"La forza di Charlie Brown e dei Peanuts è che ripetono sempre, con ostinazione, ma con senso del ritmo, qualche elemento fondamentale. Come certp Jazz ripete con ostinazione una certa frase musicale"  (Umberto Eco. Dalla prefazione di "Arriva Charlie Brown" edito da Milano Libri nel 1963 e riproposta nel volume qui recensito)

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