In genere sono un accanito ammiratore e sostenitore della cosiddetta cultura europea, ma, per quanto a malincuore, mi tocca ammettere che perlomeno dal punto di vista dei serial televisivi, i nostri rozzi (si scherza eh! Perlomeno un po’...) cugini oltre l’Atlantico ci danno parecchie paghe. Noi europei in generale non siamo proprio bravi in questo ambito, ci si limita spesso a malrisucite copie delle serie di successo americani, girate con meno soldi e con trame peggiori e quindi vai soprattuto di polizieschi da quattro soldi come RIS (che vabbé, manco CSI é poi sta gran perla a dire il vero, infatti con tutto il ben di Dio a cui ci si potrebbe „ispirare“ si vanno anche a prendere le cose piú banali) o cose ancora peggiori che manco voglio stare a nominare.

Ma esistono per fortuna le lodevoli eccezioni e in questo caso tocca agli Inglesi (che ricordiamoci in passato hanno pure sfornato "The Office“, altro piccolo culto per il sottoscritto e che invece sono stato in questo caso gli americani a copiare e banalizzare) smentire il luogo comune con questa interessantissima mini-serie, di sole tre puntate, uscite nel dicembre del 2011. Il titolo "Black Mirror“ si riferisce, secondo il creatore Charlie Brooker, alla superficie degli schermi elettronici, ormai onnipresenti nelle nostre vite. Con un titolo cosí é ovvio che i temi trattati non potevano che riguardare il rapporto uomo/media/tecnologia/comunicazione; il tutto viene ambientato in un futuro non definito, ma prossimo, ricorrendo ai tipici scenari distopici della fantascienza piú nobile (giriamo insomma in territori affini ad Orwell, Huxley, Dick e Vonnegut, autori che probabilmente tutti conoscerete, ma che vi consiglio di approfondire nel caso contrario, riferendomi poi in veri´ta sopratutto all’ultimo che magari é un pelino meno stra-conosciuto rispetto agli altri). Brooker stesso ha invece descritto la serie come "un’incrocio tra ai confini della realtá e il brivido dell’imprevisto“ a cui si aggiunge una forte "paranoia tecnologica“; insomma episodi brevi dai toni surreali, grotteschi e angoscianti, in cui non manca ovviamente una forte componente di critica sociale.

I tre episodi sono tra di loro scollegati, pure i futuri descritti sono diversi, sebbene i toni e il contesto di fondo rimangano ovviamente simili. Non staró a descrivere le trame dei tre episodi, ma nel tentativo di stuzzicare un po’ la vostra curiositá anticiperó perlomeno qualcosa riguardo al primo, "The National Anathem“ (che é poi il meno fantascientifico dei tre, nei due successivi invece l’elemento futuristico-huxleiano é molto piú presente). Nella puntata d’apertura, probabilmente la piú grottesca del trio, il Primo Ministro Britannico viene svegliato causa improvvisa emergenza: la principessa, membro dell’amata Royal Family, é stata rapita ed il suo aguzzino afferma che la libererá solo se il Premier avrá un rapporto sessuale con un maiale in diretta televisiva nazionale. All’inizio tutti sono pronti a schierarsi dietro al Premier nel suo categorico rifiuto, ma col passare delle ore la situazione rischia sempre piú di degenerare e sfuggire di mano...

Bene, mi sembra di avere ormai scritto beno o male tutto e quindi mi congedo da voi con un ultima riflessione: pensate che questa serie in Inghilterra debuttó su Channel 4, ovvero su un canale pubblico; se si pensa invece a quello che passa abitualmente in ambito Rai c’é davvero da deprimersi (anche se con Rai Storia e Rai Movies la situazione é un tantinello migliorata)...

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