Negli anni '20 e '30 la chitarra veniva quasi sempre rilegata a compiti di accompagnamento e in casi eccezionali, da solista, il suono si basava prevalentemente sugli accordi. Charlie Christian si presentò con una chitarra elettrica, sunto del progresso tecnologico, ed alcuni spunti originali ed il suo esempio risultò così convincente che pochi anni dopo quasi tutti i chitarristi adottarono uno strumento simile e presero a seguire con attenzione le mosse del genietto afro americano originario del Texas.
Con la sua irruzione sulle scene newyorkesi, Christian aprì nuove frontiere per il jazz, che fino a quegli anni non aveva dato grande considerazione allo strumento. Sono infatti da ricordare, tanto per citarne un paio, le orchestre di Benny Goodman o Count Basie, per gli anni '30, che rappresentavano la tendenza del genere e davano particolare spazio a piano o fiati.
A dire il vero, il primo vero pioniere dell'elettrica fu Eddie Durham che già a metà degli anni '30 la inserì nell'orchestra di Jimmy Lunveford. Ma Christian capì le possibilità di amplificazione dello strumento, e grazie al suono elettrico scoprì una timbrica inedita, robusta, quasi simile a quella di un sax tenore, e soprattutto di ricorrere al fraseggio. Ispirato dalle linee del famosissimo Django Reinhardt, diede il tocco finale al suo stile.
Le incisioni di "The Genius Of The Electric Guitar" sono realizzate tra il 1939 ed il 1941, periodo nel quale Christian suonava nella band di Goodman (mitico clarinettista). Da segnalare il brano "Seven Come Eleven" che contiene i tre elementi chiave della maggior parte delle sue improvvisazioni: l'insistenza ad effetto climax, su una nota determinata. L'uso del riff. Il generoso fraseggio a effetto melodico. Così Christian dimostrò che la chitarra può fare da solista d'eccezione in qualsiasi situazione.
Per chi si vuole avvicinare al pre-bepop (ovvero il jazz moderno), ed ama il suono della chitarra elettrica, questo lavoro è davvero indicativo. I brani sono impregnati di melodia (molti di essi hanno matrice orchestrale), dalle ritmiche lineari ed sono puliti da eccessi o virtuosismi magari apprezzabili solo da orecchie "allenate". In sostanza è una forma di jazz godibilissima anche per fruitori che intendono la parola jazz come genere dalle strutture difficilmente assimilabili.
Il cd (il titolo è sempre lo stesso anche se le copertine hanno immagini diverse) raccoglie praticamente tutto il lavoro dell'artista e si trova in commercio in diverse edizioni. La casa storica era la CBS jazz, la Sony l'ha rieditato negli anni '80, ma non sono da escludere altre varianti.
Charlie Christian morì a soli 26 anni, nel 1942. Purtroppo ebbe occasione di contribuire solo agli albori del jazz moderno.
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