Detroit, 2013...
Il cinema a volte da delle soddisfazioni...
E' l'ora dei vampiri, e allora eccone due in un oscuro appartamento, ma più che vampiri sembrano rock star...
Esseri fluttuanti e iper estetici...
E l'appartamento non è un appartamento, ma una specie di mausoleo, un bric a brac...
Il vampiro lascia la scacchiera, prende un vecchio quarantacinque, lo mette...
“Te lo ricordi Charlie Feathers?”
Parte il riff, caracollante, magico, un'ombra che trascina un'ombra...
La vampiressa accenna un movimento poi sorride...
“Oh si me lo ricordo, “Can't hardly stand it”, 1956...
Ripeto: a volte il cinema da delle soddisfazioni.
….
1973, Chicago, Glassfinger studios...
Sul divano c'è un tizio addormentato. Si chiama Charlie Feathers e se sembra uno qualunque è solo perché gli occhi son chiusi.
E comunque meno male che dorme, altrimenti attaccherebbe con la solita solfa, tipo a Elvis ho insegnato tutto io e anche a Buddy, a Carl, a Jerry Lee.
Niente di strano, uno dei trucchi per sopportare la vita è raccontarsela e possibilmente raccontarsela bene. E poi, a parte i calci nel culo, le cose vere non sono poi tante. L'ospedale forse. E magari anche la strada.
Chi era quel tipo che diceva che la strada e' una “cospirazione cosmica” messa li per accendere la fantasia? Boh, chi se lo ricorda più?
In ogni caso in ospedale la radio mandava sempre Hank Williams e in strada...
In strada c'erano tutti quei musicisti....
Le altre cose vere sono aver lasciato la scuola a dieci anni e casa a sedici, aver incontrato il figlio del barbiere, uno che sarebbe poi diventato un uomo blues piuttosto ipnotico.
Non essere stato baciato dagli dei come Elvis o morso da un serpente come Jerry Lee. L'essersi arrabattato per tutti i sessanta ma aver lo stesso continuato con la musica.
Adesso comunque Charlie dorme...
Nella stanza però c'è come un mutamento e la faccenda assomiglia a quel che accade prima di un attacco epilettico...
Le cose intorno a te cambiano sapore, odore, colore...
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Imola, anni zero, parco delle Acque Minerali.
Collocazione: panchina al sole di fronte al laghetto delle paperelle. Occupazione: lettura di una rivista musicale. C'è un'intervista ai Cramps, con Lux Interior che omaggia Charlie Feathers.
Charlie, dice Lux, era “uno di quelli che cantano come lupi”. Esatto, Lux!!! Feathers era proprio così!!!
Non solo un lupo però. Anche un tacchino, una chioccia, una rana. In “Uh Uh Honey”, sembra Donald Duck.
E a quest'ultimo pensiero tutte le paperelle del laghetto si alzano in volo...
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Memphis 1955...
E' da mo' che sei alla Sun records.
Hai fatto di tutto, il turnista, il ghost writer, il caffé. Hai persino messo lo zampino sul lato b del primo quarantacinque di Elvis.
Adesso sarebbe il tuo turno, no?
Ok. Niente rockabilly però, Sam ti vede come cantante country e lui è uno che non ha mai sbagliato una mossa.
E allora che country sia...
“I've been deceived” è profumatissima e fluttua come una barchetta pigra. I suoni entrano e escono dall'acqua e la voce sembra sempre sul punto di spezzarsi....
Ancora una volta Sam ci ha visto giusto. Il problema è che ha visto solo una parte. Così per fare il rockabilly ti tocca sloggiare alla King records.
E alla King il tuo rockabilly sarà il battito ritmico in attesa del salto della voce. Col falsetto emotivo che sale fino alla casa sull'albero, poi scava sottoterra in cerca del tesoro.
Avete presente il rimbalzo di una pallina magica?
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1973, Chicago, Glassfinger studios...
Sei li che stai dormendo e a un certo punto la tua anima va a farsi un giro. Per un po' svolazzi leggero, poi all'improvviso ti accorgi del tuo stesso corpo. “Davvero sono io quel tizio sul divano?” Beh, non è strano che tu fatichi a crederlo, all'anima il reale sembra solo il riflesso di uno specchio cattivo.
Eppure si sei proprio tu, sei Charlie Feathers, rocker bollito, cavaliere povero, re senza corona, uno con molta arte e pochissima parte.
Non solo, non puoi fare a meno di notare quella macchiolina sulla scarpa sinistra, sembrerebbe una cosa da niente ma è come piantare un chiodo sul muro della tristezza.
Ma tutto ciò non dura che un attimo, così riprendi a svolazzare e ti senti come non ti sei sentito mai, anzi no, una volta ti sei sentito così ed è stato quando il figlio del barbiere ti ha insegnato i rudimenti della chitarra. Con la differenza che adesso non sei tu a suonare la musica, è lei a suonare te.
Ora però è il momento di tornare nel corpo ed è anche il momento che quel corpo si svegli. Stanno arrivando i figli di Charlie, questo è un disco che si suona tutto in famiglia.
E quindi si, Charlie si sveglia, ma attorno a lui non c'è la solita nebbia, addosso ha una specie di energia e di stupore. Da lontano sente le voci di Bubba e Wanda. Non resta che una cosa da fare prima di andare in scena: prendere uno straccetto e togliere quella maledetta macchiolina dalla scarpa.
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1981...
Ok, il disco registrato nel 73 finalmente esce.
E' che sono cambiate le cose, non sei più un signor nessuno, ma un personaggio di culto, non solo Lux e Poison, anche Tav Falco e Alan Vega. Insomma, tutti quei giovani lupi.
Il disco è splendido. Non c'è la batteria ma l'impressione è che ce siano cinque. Ed è talmente fresco che sembra registrato dal vivo.
Fatevi il battito del primo brano, ascoltate come entra la voce, vi garantisco che vi sentirete subito meglio.
E comunque il nostro si dedica a quello che sa far meglio, ovvero mischiare le cose, con Rockabilly, country e blues in magico equilibrio.
Un mix di fatalismo e arroganza. Hank Williams e Elvis nella stessa persona...
Ps: altri dischi consigliati, una buona antologia, assolutamente necessaria per uno che andava soprattutto a 45 giri e “Tip top daddy” per esplorarne il lato più country...
Trallallà...
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