"Ok Ragazzi sedetevi...la lezione è iniziata".Questo è quello che dissero i Deftones e i Tool verso la fine degli anni 90 in un aula immensa e puzzolente piena di alunni desiderosi di imparare.Tra i primi banchi di quest'aula erano seduti tre baldi giovani originari di Chicago uniti,oltre che da uno strettissimo legame di sangue,dalla passione per cio che insegnavano i loro maestri.

Infatti alla fine dell anno i Chevelle risultarono promossi a pieni voti avendo appreso piu che bene gli insegnamenti dei loro maestri...oddio forse anche troppo bene;infatti la band durante la loro carriera non ha mai avuto un effettivo cambio di genere ne hanno dato vita ad una vera svolta musicale....la loro maturazione artistica rimane limitata al loro genere e al tipo di musica che suonano. Cio non deve essere necessariamente inteso come una nota di demerito dato che la band ha dimostrato sempre una rara capacità e maestria di suonare un genere (diciamo post-grunge con influenze nu/alternative metal) che nonostante l orecchiabilità puo risultare banale da un punto di vista oggettivo.Questo "Wonder What's next" è la seconda fatica in studio della band dopo un rispettabilissimo album d esordio (Point#1) dove la band sembra avere trovato la loro strada musicale....strada che non abbandoneranno mai nel corso della loro carriera(o meglio...amplieranno il loro percorso musicale con varie influenze ma senza mai dimenticare le loro radici).La formula dei Chevelle è basata sul creare situazioni quanto piu atmosferiche possibili sopratutto grazie alla voce e ai riff di chitarra del frontman pete loeffler e in questo album si assiste all interpretazione più pura ed "evocativa" di tale formula.Infatti il disco inizia in una maniera azzecatissima con "Family System" che trasporta l ascoltatore in un mondo a parte concedendo libero sfogo a tutte le sue emozioni..dalla rabbia alla tranquillità alla riflessione (in quest ultima anche il testo svolge il suo ruolo).

Tale sensazione continua con "Comfortable Liar" che è il pezzo piu vicino ai Breaking Benjamin (Ben Burnley ha scoperto e prodotto questa band) tra tutti i brani della band....pezzo stupendo.Il viaggio fiabesco si interrompe riportando l' ascoltatore nel mondo reale e lasciando spazio ai tre singoli estratti dall album:"Send The Pain Below","Closure" e "The Red".Al primo pezzo di questa triade viene affidata la parte melodica del disco la quale esplode in tutto il suo impatto sonoro in un ritornello dannatamente orecchiabile...a "Closure" tocca la parte romantica presentandosi come il candidato ufficiale per il ruolo di "capolavoro del disco"....ma è proprio quando credi di essere arrivato all apice scopri che cè di meglio...arriva quel pezzo che solo a sentirne l inizio ti vengono i brividi..arriva "The Red".Questo pezzo è pura rabbia,emozione,riflessione,sofferenza e depressione senza fronzoli o arrangiamenti troppo complessi...un pezzo che gia al primo ascolto arriva li dove deve arrivare nella sua apparente semplicità.Vorrei davvero soffermarmi di più su questa traccia ma certe emozioni non possono essere descritte a parole.La seconda parte del disco mettè per un attimo da parte l'impatto emotivo per concedere all ascoltatore 4 capocciate in maggiore libertà."Wonder What's Next" è un brano in pieno stile Deftones che non spicca per l'originalità ma ispira headbanging sin dal primo riff e scorre tranquillamente nel contesto in cui si trova...in "Don't Fake This" sono i cori a fare da padrone dando vita a un brano stupendo,compatto e orecchiabile...."Forfeit" invece va elogiata per i riff di chitarra e basso pur non spiccando tra i punti più alti del cd...mentre in "Grab Thy Hand" cio che viene messo maggiormente in risalto e la potente voce del signorino al microfono. Siamo quasi alla fine del viaggio ed eccoci davanti a una traccia alquanto ambigua ovvero "An Evening With El Diablo" dove sicuramente la band da la conferma finale delle prorpie capacità compositive sfornando un pezzo decisamente stupendo...la cosa che si nota di più è il riff di basso del fratellino minore,rimasto abbastanza anonimo fino a questo punto,che nonostante risulti essere molto semplice spacca tanto quanto basta per coinvolgerti a pieno nel pezzo.

Oramai siamo arrivati a destinazione e ovviamente non puo mancare un topos tipico di album del genere,ovvero la ballatona acustica deprimente strappalacrime e questa "One Lonely Visitor" evoca una malinconia e una nostalgia che secondo me andrebbe collocata in un ambiente un po anacronistico con una bottiglia di alcool su un tavolo,una pacco di sigarette mezzo vuoto e qualche leggerissima lacrima sugli occhi mentre si ripensa a tutto cio che ci puo passare per la testa chiudendo dignitosamente e meravigliosamente un album come pochi.

Riassumendo quanto è stato detto fin ora si tratta di un album riflessivo,evocativo,onirico e sognatore ma sopratutto soggettivo dato che le emozioni che possono suscitare in voi queste 11 tracce sono diverse a seconda della persona e di come vi sentite in un determinato momento....se cercate la "scoperta musicale" cercate altrove...se i vari Three Days Grace,Breaking Benjamin e Nickelback vi hanno annoiato per l'eccessiva banalita è cercate un lavoro rock più originale e ispirato avete trovato pane per i vostri denti...se semplicemente volete asocltare un album di ottima fattura allora vivamente vi consiglio di ascoltare quest'album.

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