La grande fortuna, ma anche la grande sfortuna, degli Chic è di aver raggiunto uno straordinario successo planetario alla fine degli anni 70, nel periodo di trionfo della Disco Music, e di essere stati accomunati nelle classifiche e nell'immaginario, anche della critica, a interpreti di musica da discoteca di spessore certamente inferiore. Ciò è ingiusto, perché, come ha sempre rivendicato Nile Rodgers, gli Chic sono un Band di R&B con un solido retroterra Jazz specializzata nella Dance.
Gli Chic sono essenzialmente Nile Rodgers e Bernard Edwars, autori e arrangiatori straordinari, ma anche grandi strumentisti, il primo chitarrista dal groove inconfondibile, il secondo bassista di grande talento innovativo. Una menzione speciale spetta al batterista Tony Thompson, di rara qualità e potenza. Per capire le doti ritmiche dei Nostri, invito ad ascoltare il pezzo "I'm Coming Out" contenuto nell'album "Diana", di Diana Ross, prodotto e arrangiato dagli Chic nel 1980. L'attacco è semplicemente devastante, si parte con la Fender ritmica di Rodgers, poi entrano la batteria di Thompson e il basso di Edwars e i fiati, l'effetto: un groove da paura.
Il 1977 e l'anno dell'esplosione degli Chic, con il singolo "Dance, Dance, Dance", che delinea il loro sound e la loro originale linea ritmica. Fino ad allora i bassi al di sotto della frequenza di 60 hertz venivano rimossi in fase di masterizzazione. Rodgers ed Edwars decisero di lasciarli, ciò potenziò il loro suono di basso in maniera sino ad allora inaudita. Accanto a ciò, e alle doti dei musicisti già citati, va segnalato l'uso frequente degli archi, e il sapiente utilizzo dei cori, soprattutto le voci femminili, arrangiate come vere e proprie sezioni di fiati. Il successo di massa, quantomeno a livello di vendite discografiche, venne meno negli anni ottanta, sulla scia della fine del fenomeno Disco Music. Peccato, perchè in Nostri hanno, anche in quegli anni, prodotto dischi di grande qualità. Cito per tutti "Tongue In Chic".
Forse il loro miglior disco rimane Risqué del 1979. Tutte sette i brani contenuti sono di ottima fattura, gli arrangiamenti sontuosi e raffinati, come sempre, voci perfette, ritmi inauditi e armonie Jazz sofisticate si fondono per creare brani di assoluta originalità, dagli esiti mai scontati. La facilità d'ascolto non deve trarre in inganno, il trascinante effetto, che porta a ballare anche i più pigri, non deve far dimenticare il piacere che si può ricavare anche dal semplice ascolto di tali brani. Consiglio di ascoltare il disco tutto di seguito, vi sono pause con pezzi più lenti, come la godibilissima "A Warm Summer Night", ma l'effetto di trascinamento e la qualità si mantengono costantemente alti in tutte le tracce. Per cui appare poco utile distinguere i singoli pezzi. Cito solo la famosissima "Good Times", per ricordarne il famoso giro di basso, probabilmente il più citato (e copiato) nella storia del Pop. E le travolgenti "My Forbidden Lovers" e "My Feet Keep Dancing", che contiene un divertente effetto di Tip Tap. In anni in cui gli amanti della "Black Music" registrano preoccupanti fenomeni involutivi, ascoltare i "vecchi" Chic è un toccasana per l'udito e per il cuore. Non chiamatela semplicemente Dance Music, siamo in in presenza di R&B di gran classe, che compie il miracolo, che è dei grandi, di fondere facile ascolto e rigore qualitativo.
Con la prematura scomparsa di Edwars (seguita anche da quella di Thompson) il marchio Chic viene portato avanti dal solo Rodgers e si caratterizza per straordinarie performance live in giro per il mondo, con costante straordinario successo. Nella dimensione live gli Chic non perdono quella pulizia, raffinatezza e precisione del suono, anche grazie al valore dei musicisti e delle vocalist (cito solo la bravissima Sylver Logan Sharp, per decenni voce principale del gruppo) di cui Rodgers riesce a circondarsi. E' proprio nella dimensione live che il valore degli Chic emerge più facilmente, forse perché aiuta molti a dimentacare il presunto "peccato originale" della loro identificazione come gruppo da discoteca. Un consiglio di facile reperibilità, per apprezzare tale dimensione, il disco "Live At The Budokan", registrato durante un concerto in Giappone, nel 1996, qualche giorno prima dell'improvvisa morte di Edwars per complicazioni polmonari, che vede la partecipazione di una sfilza di grandi musicisti, cito solo Slash alla chitarra e Steve Winwood alle voci e tastiere.
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