Quando ti muore il chitarrista, un guitar hero assoluto, in modo assurdo la situazione non è delle più semplici. I Chicago sono un collettivo, un gruppo di musicisti strepitosi tutti autori di canzoni di successo. Terry Kath era un talento non solo come compositore, e chitarrista, ma era anche un grande uomo di scena con il suo fisico imponente e il vocione soul; a complicare le cose c'è anche l'abbandono dello storico produttore James William Guercio, grande mente creativa che aveva saputo valorizzare a meglio quella band strana che fondeva tutti i generi, senza un leader dichiarato e con una sezione fiati magnificamente trascinanente.

I Chicago nel '78 continuano quindi, come produttore hanno Phil Ramone e Donnie Dacus viene scelto come chitarra solista. Quest'ultimo è un musicista di grande tradizione, già al lavoro con Stephen Stills su "Stills" del 1975. Chitarrista trascinante, tecnico, ma meno spettacolare di Kath. L'album che viene messo insieme per la prima volta non vede il nome della band nel titolo, "Hot Streets" infatti è una complessa composizione di Robert Lamm dall'atmosfere da big band più vicina a molte canzoni dei Chicago anni '70, non male e godibile. Bisogna dire che questo lavoro esce dopo molti ascolti e non è da buttare alla fine dei conti e l'inizio è con una delle grandi hit della band, "Alive Again". Scritta e cantata da Cetera si apre con un indiavolato ritmo disco sostenuto da Dacus per poi aprire al dirompente ingresso dei fiati, un pezzo travolgente che fonde la disco con una struttura rock più tradizionale. "The Greatest Love on Earth" è il tipico pezzo mellifluo di classe di Cetera; molto meglio "Little Miss Lovin'", brano guidato dalla chitarra filtrante di Dacus che vede la collaborazione ai cori dei Bee Gees per un grande pezzo. Il resto del lavoro si dipana in canzoni eleganti, pezzi di Cetera d'atmosfera (la nota "No Tell Lover") e si chiude con la curiosa composizione di Lamm "Show Me The Way". Un pezzo tardo prog che si fonde con la disco, pezzo ben scritto e di piacevole ascolto.

"Hot Streets" si rivela un grandissimo successo, ancora una volta per i Chicago. Con la chiusura del decennio la band virerà verso una disco music di classe con "Chicago XIII" (1979), album trainato dal singolo superdanzereccio "Street Player".

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