La dolcezza e il sentimento che i Chicago hanno infuso nei loro ascoltatori sono ai giorni nostri incancellabili: canzoni come "If You Leave Me Now", "Saturday In The Park" e molte altre hanno lasciato spesso il segno nelle romantiche compilation degli anni '80. Questo disco raccoglie un pò tutto ciò che i Chicago ci hanno offerto fino a oggi in un mix dolce e musicalmente completissimo: dal jazz al rock n'roll, dal soul al funk etc…

La prima canzone "If You Leave Me Now" è la più importante dell'album e della storia del gruppo, benchè sia molto malinconica e poco sostanziosa tecnicamente parlando. E' comunque una bella canzone romantica e dolce, come del resto la seconda canzone del disco "Baby What A Big Surprise". Entrambe fanno da prologo alla trascinante "Saturday In The Park" in cui si possono ascoltare tantissimi suoni e riff diversi, prodotti dai numerosi strumenti usati, dal piano alle trombe, all'organo e alla chitarra.
Segue poi la mielata "Wishing You Were Here", canzone molto cadenzata ma con un ritornello centrale da sentire e risentire… "25 Or 6 To 4" è la più coinvolgente e potente del disco, con le sue alternanze perfette di tromba e trombone (Lee Loughnane e James Pankow) e della voce di Robert Lamm (negli altri brani molto dolce ma in questo decisa e sentimentale).
"I'm A Man" se sarebbe durata solo quattro minuti invece di sette sarebbe stata molto migliore: con i suoi interi pezzi di batteria e in particolare assoli di grancassa che preferirei non commentare, il pezzo diventa molto pesante, e induce automaticamente a cambiare canzone a favore della successiva: "Feelin' Stronger Everyday", canzone senza dubbio affascinante, dal ritmo incalzante e divertente, a mio parere la più bella del disco.
L'ottava traccia "Does Anybody Really Know What Time It Is?" è la più elegante, con il suo inizio al pianoforte e poi l'ingresso della trombaa condire una canzone bella ma per palati fini ;-). "Street Player", trae le sue radici dalla disco anni '80, è quindi ballabile e spensierata, dal ritmo comunque complicato e ricco di tantissimi suoni, come la maggior parte dei brani storici dei Chicago.
"Low Down" e "I've Been Searching So Long" sono canzoni troppo sdolcinate e inferiori ad altre come "Make Me Smile" in cui Robert Lamm è bravissimo e "Take Me Back To Chicago" malinconica ma dal riff trascinante.

Disco quindi molto bello, da intenditori, chi non lo apprezza è prevenuto nei confronti della band o semplicemente ignorante, perchè questa apparentemente sembra musica commerciale e stupida, ma (è qui se si vede se uno ne capisce di musica o no) ascoltandola attentamente si colgono linguaggi e sentimenti sempre diversi ad ogni ascolto, questo per effetto dei numerosissimi strumenti musicali usati per comporre questi pezzi ormai indelebili nella storia della musica, ormai strumentalizzata e insulsa.
In conclusione: buttate i cd di Fabri Fibra, di Eminem o di Mondo Marcio (e tanti altri se ce li avete), compratevi questo album e ascoltatelo. Non ve ne pentirete…

Carico i commenti...  con calma