Prima che questa terra, oggi chiamata Brasile, diventasse una colonia portoghese, era tutta coperta da immense foreste.
Dove sorge questa città, chiamata Recife, c'era un'immensa foresta di mangrovia.
Prima c'era il fango (a lama), adesso il caos.
Dove nel fango nascevano i "carangueijos", oggi nel caos ci sguazzano i "gabirús".
Chico Sciençe è un artista musicale quantico, riesce a condensare in cinquanta minuti di musica e parole il passato, presente e futuro di questa cittá, comprime in un disco di dodici centimetri parte delle Americhe e dell'Africa. Sviluppa, nell'ottica degli anni novanta, una tendenza alla contaminazione derivata dal movimento tropicalista. Niente samba né bossanova ma chitarra distora nel segno del rock piú aggressivo, stile vocale urbano con cadenza hip-hop, il tutto sostenuto da una base ritmica potentissima. Niente batteria ma percussioni che marcano i ritmi dello stato Pernambuco , prevalentemente "maracatú" ma anche "embolada", "cóco" e "ciranda" ricchezze immateriali importate dagli schiavi dal continente nero. La magia che esce da questa perfetta alchemia é una musica originale e semplice, due aggetivi che vanno a braccetto solo in certi capolavori.
L'idea di questa combinazione spazio temporale, nasce come effetto collaterale della globalizzazione e ne critica i lati oscuri, li mette a nudo, li sbatte in faccia all'ascoltatore tramite dei testi diretti e fecondi negando la debole attitudine del piangersi addosso e fuggendo dall'agressivitá gratuita e sterile di molti rapper. Abbraccia anche quella spensieratezza tropicale, come una sottile ironia, per poter convivere con un presente troppo duro da inghiottire. Chico vorrebbe che nascesse qualcosa, un'idea nuova, una diversa concezione della città e dei suoi abitanti, vorrebbe che tutti si portassere dentro la propria storia con i suoi contrasti. Vorrebbe che tutti cantassero che i granchi son diventati ratti, che quel paradiso naturale perduto oggi é un inferno di sporcizia, che quelle povere faccie scure che vivono nelle periferie hanno edificato al ritmo della frusta i palazzi dove i ricchi si arricchiscono, che la richezza monetaria è in mano a pochi eredi del colonialismo ma la vera ricchezza spirituale e culturale ha un cuore afro-brasileiro.
Chico Scienze con la sua banda, "Nação Zumbi" incontra in pochi anni un grande successo di pubblico, anche grazie allo strumento piú potente dell'era contemporanea: il televisore. Una delle sue canzoni infatti viene inserita come colonna sonora di una telenovela (é bene chiarire che qua tutti le seguono, giovani e vecchi, donne e uomini) ed é subito sulla bocca di tutti. Ció non deve peró trarre in inganno riguardo alla validitá di questo lavoro, anzi deve far riflettere sulle eccezionali capacitá comunicative di un artista che é riuscito come pochi a far confluire tanti elementi con estrema naturalezza. Questo è un disco che potrebbe piacere a tutti, va bene per riflettere e va bene per una festa, piace ai rockers piú duri e agli amanti della black music, a chi ama le cose semplici e immediate e a chi ricerca un suono innovativo e complesso.
"Da lama aos caos", del '94, insieme al successivo "Afrociberdelia" sono l'ereditá che Chico Science ci lascia prima di schiantarsi con la sua Fiat Uno.
Un capolavoro che inevitabilmente è cantato in portoghese e che attinge spesso ad una cultura regionale di difficile comprensione per chi non conosce la storia di questa terra. Questo é giusto e coerente con il suo progetto e non toglie nulla al suo potenziale di universalitá.
Modernizar o passado Modernizzare il passato
É uma evolução musical É una evoluzione musicale
Cadê as notas que estavam aqui? Dove sono le note che erano qua?
Não preciso delas... Non ho bisogno di loro...
Basta deixar tudo soando bem aos ouvidos Basta lasciare tutto suonare bene alle orecchie
"Chico Science"
Carico i commenti... con calma