Questo disco non è uscito, è successo. Nel senso che è accaduto e nel senso che è stato uno di quei classici istantanei.

Il carattere di accadimento lo capisci se sai chi sia stato Childish Gambino, Donald Glover, prima che uscisse «Awaken, My Love!»: il ragazzino nero simpatico, coi suoi momenti musicali, di una sit-com adolescenziale che si chiama Community; un rapper mediocre con due dischi sconsigliabili all'attivo. In breve.
Poi l'anno scorso, a dicembre, è uscito Awaken e si è mangiato tutto. Non è che ha cambiato marcia alla sua carriera: ha proprio rottamato un Rav4 del 2011 e preso l'hovercraft, alla faccia dei caimani che son lì a predare chiunque stia sotto una certa soglia di street cred.
È come se Will Smith nel novantanove, invece che Willennium con Wild Wild West, avesse fatto uscire qualcosa come boh, Voodoo di D'Angelo. Capisci che è strano.

RKO outta nowhere.

Lo statuto di classico istantaneo, nel 2017, è perlopiù conferito dalla quantità di meme ispirati. Non lo scrivo tra virgolette, ti lascio un link nel caso tu abbia vissuto fino a ieri in Tibet con l'adsl Tiscali, e non lo farò mai più. Cerca Redbone su Youtube e guarda quanti cazzo di mashup ci hanno fatto, ce ne stanno ancora facendo, e quante diverse teste vestono il copricapo folk-postmoderno in copertina. Joe Sudano ci ha cantato su All Star degli Smash Mouth. Anthony Fantano ha dato al disco un decente 7.
Anche solo per Redbone, il singolo che pure a Prince sarebbe piaciuto scrivere, questo è un classico istantaneo, cosa vuoi che ti dica.

Aaaaah, Redbone. Immaginami che lo dico come Mughini quando s'accingeva a parlare di Del Piero. La canzone perfetta, quella che piace pure a chi nella vita ascolta Radio D&J e basta. Che se chiedi a tuo zio, metallaro dagli anni ottanta, ti dice che sì bellina ma cazz vuoi mettere i Pantera?, e poi però quel riff malvagio, supereasy, liscissimo, leccato e laccato, col cazzo di vibrafono marpione, glielo senti fischiettare per tutto il resto della vita. Ché in fondo mica lui è Phil Anselmo, mica ha preferenze razziali.
Redbone è un miracolo di bpm e una magia di incastri. Ha lo slap che ormai lo sai, è vivo e lotta insieme a noi. Ha la distorsione gazosa di chitarra, quella che toglie tutti i bassi e si sposa con il synth come le fragole con la panna con i capezzoli. Ha Childish Gambino che canta a petto nudo, a pantaloni glitterati e falsettone spinto, miagolante soul. Il testo vago, buffet. Ha la coda strumentale tutta intarsi, tutta con gli strumenti che entrano uno dopo l'altro e pare assurdo cha alla fine tutto suoni così facile, leggero eppur croccante.
Facci mashup, facci amore, ché comunque Redbone dove la metti, sta.

C'è anche il resto del disco. Sai chi l'ha benedetto? George Clinton. E infatti, rispetto alle altre cose grosse della black contemporanea, che tanto devono alla conservazione dei canoni r&b e soul, aggiornati ai nuovi fasti produttivi, qui trovi tanto più funk settanta: a tratti calchi quasi filologici della P-Funk, più sponda Funkadelic. Pentatoniche a manetta, in sostanza.
Basta che senti l'attacco di Boogieman, dai.

Il compositore, produttore, è un polistrumentista che si chiama Ludwig Goransson. È più bianco di me.
Faceva le musichette di Community e si è preso 'sta scuffia, dichiaratissima, per la P-Funk. L'hai fatto tu quell'assolo col wah su Zombies? Genio.

Childish Gambino sguazza, con la voce fa tutto. Fa lo screamer, il sussuro forte di Michael Jackson, il singhiozzato, la piena potente, il falsetto flebile e il falsetto in tiro. Non rappa, perché mi sa che ha capito.

Senti la prima, Me and Your Mama. Parte lenta, coi cori e il synth a fischio, cupa; pensi che ci sia il basso e poi viene fuori il basso, e poi lentone retto dal riff pentatonico, con CG che ha quel tipo di urlo sporco che riesce a spaccare le radio - Lenny Kravitz quando fa il cattivo, per intenderci e dire un contemporaneo, ma con più stile e talento - quella sofferenza che taglia mutandine con le forbici. Cori gospel a guarnire.
Pure California, la peggiore, è comunque la miglior canzone che i Vampire Weekend potrebbero eventualmente permettersi di scrivere. I vocoder mai troppo zarri.
Terrified fa atmosfera. Il giro di basso di Baby Boy e il clavicembalo sintetico che smazza groove. The Night Me and Your Mama Met. L'old school mezzo ingenuo da scuola elementare del funk di Have Some Love. Stand Tall che ti dice, finalmente, che flauto e vocoder è ok.

Che altro vuoi.


Donald Glover, con Sorrentino, mai.

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