Centro perfetto per la band di Alexi Laiho. I Children of Bodom non hanno quasi mai deluso le aspettative, fin dal loro esordio con "Something Wild", buon disco con ottime idee sviluppate discretamente, canzoni come "Lake Bodom" o "Touch Like Angel Of Death" dimostrano che sono una Death Metal band diversa dalle altre. Non raggiungono il capolavoro, quindi ci riprovano con "Hatebreeder", che polverizza qualsiasi cosa intorno ad esso. Immortali "Downfall", "Bed Of Razors" o "Warheart". Ed eccoli nell'olimpo del death metal, adorati e venerati. Difficile riprendersi da un tale shock, e difatti il mediocre "Follow The Reaper" non decolla troppo, nonostante canzoni come la title-track e "Hate Me!". Laiho & soci sono consapevoli di dover attuare delle modifiche, di sperimentare qualcosa di nuovo, di smettere di essere degli Stratovarius con la voce grossa.
Il discusso "Hate Crew Deathroll" presenta elementi vecchi e nuovi, delude e convince, ma non è abbastanza. Alexi cambia modo di cantare, le chitarre si fanno più pesanti, c'è chi vede una vena industrial in tutto questo. Canzoni come "Needled 24/7", "Triple Corpse Hammerblow" o "Angel's Don't Kill" sono interessanti, ma c'è ancora qualcosa da rivedere.
Con "Are You Dead Yet?" i Children of Bodom compiono un altro passo avanti, raggiungono quello che non raggiunsero con "Hate Crew...". E quindi ecco un secondo capolavoro, un disco al pari di "Hatebreeder" ma fondamentalmente diverso in ogni sua parte. Il suono è compatto, sporco, il growl di Alexi adesso sembra più uno scream (c'è chi l'ha paragonato ad un cantante Nu-Metal, pazzo), le chitarre sono imponenti e la stessa tastiera, che sembra più esclusa rispetto ai precedenti lavori, acquista un ruolo più definito del disco precedente.
C'è molto thrash in questo disco, lo dimostrano canzoni come "If You Want Peace... Prepare For War!", o il singolo "In Your Face", che costituiscono la parte più violenta dell'album. Difficilmente vi scorderete dei ritornelli di "Are You Dead Yet?", "Trashed, Lost & Strungout" (che abbiamo già potuto apprezzare nell'EP omonimo), "We're Not Gonna Fall". "Bastards Of Bodom" è il capolavoro tastieristico del disco, dove Warman dà il meglio di sè. Invece "Living Dead Beat" è il pezzo più impregnato di elettronica, mentre le rimanenti "Punch Me I Bleed" e "Next In Line", sono un pò i pezzi più anonimi, ma in ogni caso si tratta di canzoni rispettabili che chiudono il quadro nel migliore dei modi. 5/5 a testa alta, sperando che continuino ad evolversi come hanno fatto finora.
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