I Children Of Bodom sono tornati. Dopo alcune critiche subite dal gruppo negli anni precedenti, questo "Blooddrunk" alla fine risulta essere un buon album. Non è certamente il nuovo "Hatebreeder", ormai i Children non potranno più fare nulla del genere, quell'album datato 1999 oltre a essere un ottimo disco è anche stato una grande innovazione per il Death/Power. Il fatto che non possano ripetere un lavoro simile non vuol dire però che non possano più creare opere di buon livello.
La formula è sempre la stessa, Melodic Death Metal con influenze Power (o viceversa, i dibattiti sul loro genere di appartenenza sono ancora aperti). Nulla di troppo nuovo se non il progresso tecnico/strumentale della band e un piacevole aumento della potenza rispetto alle ultime realese. Il duo Laiho/Wirman sforna assoli di chitarra e tastiera davvero interessanti e coinvolgenti, con buon gusto sia verso la tecnica che verso la musicalità. Le note si intrecciano piacevolmente tra scale veloci e parti più melodiche, e forse più in questo album che negli altri le melodie sembrano costruite in modo pensato, incastrandosi molto bene tra di loro e dando un pizzico di armonia che forse nel sound dei Children Of Bodom mancava. Il canto di Alexi Laiho è inconfondibile e risulta abbastanza espressivo ed energico, in diversi casi però la sua voce viene accompagnata dal coro degli altri componenti. Il tutto è sostenuto da un buon lavoro del il resto della band anche se, tuttavia, gli altri elementi si dedicano prettamente ad una parte ritmica che raramente và al di fuori degli spazi prestabiliti.
Le canzoni si assestano su un buon livello e sono a mio parere tutte sufficienti e valide, "Blooddrunk" ha una forte presa sull'ascoltatore grazie ad un ritornello facilmente assimilabile (a mia detta decisamente somigliante a quello di "Walk" dei Pantera), "Smile Pretty For The Devil" è, secondo me, l'episodio migliore dell'album dove è presente un assolo intrecciato di chitarra e tastiera davvero molto orecchiabile e allo stesso tempo trascinante, ma sono diverse le tracce che si lasciano ascoltare volentieri.
Tirando le somme, "Blooddrunk" non sarà di certo un capolavoro, ma non è nemmeno un disco da buttare via. Risulta essere un opera fatta più con la testa che con il cuore e in quanto ad emotività l'album ne perde, guadagnando, invece, punti per la facilità di ascolto e di assorbimento della musica. Si tratta di un disco semplice, immediato, da ascoltare con disimpegno, ma non gli si può sicuramente negare la sufficienza e anche un pizzico di più, 3,5 il voto reale.
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