"Follow The Reaper" è il terzo album registrato dai Children Of Bodom, nel 2001. L'album rappresenta una conferma positiva e un livello di composizione musicale massimo raggiunto dalla band. Mentre il primo lavoro del gruppo presentava forti influenze Black, l'album successivo e appunto questo preso in questione, portano il genere portante sul Death e anche un pizzico sul Power Metal. Questa miscela di suoni duri ma melodici prende il nome di Melodic Death Metal. La formazione della band finlandese è composta dal "bimbo prodigio" Alexi Lahio in qualità di vocalist e chitarrista solista, dal povero Alexander Kuoppala, relegato dal'egocentrico leader esclusivamente alla chitarra ritmica, da Jaska W. Raatikainen, che compie un gran lavoro alla batteria, da Hennka T. Blacksmith al basso, e in fine (Non per ordine di importanza), da Janne Wirman alla tastiera. Quest'ultimo strumento appare sempre più vitale per le sonorità del quintetto. Descrivo di seguito canzone per canzone, per aprire un pò la strada a chi vuole interessarsi all'album, e per confrontare le mie idee con coloro che conoscono quest'album già abbastanza approfonditamente...

Il primo brano è la Title Track, "Follow The Reaper". Le chitarre dimostrano un' impronta iniziale fortemente votata al Thrash. La tastiera crea delle atmosfere travolgenti, rafforzando ulteriormente il muro sonoro, che appare tagliente e frenetico, soprattutto nel riff di apertura. Le strofe, il ritornello, e le parti centrali sono sormontati da virtuosismi dei chitarristi e da giri di basso intricati, e il tutto, come nelle altre canzoni, regala all'ascoltatore delle emozioni forti. La voce si basa come sempre su uno "Scream" cattivo e aspro, la batteria si palesa su tempi molto alti e appare martellante più che mai, ma soprattutto, gli assoli sono da capogiro. Come sempre la tastiera esprime delle melodie che si lasciano ascoltare anche da persone non devote al metallo.

La seconda traccia è "Bodom After Midnight". E' sicuramente più lenta della canzone precedente, ma presenta un attacco davvero sconvolgente, strofe orecchiabili, ritornello potente e soprattutto una melodia centrale portentosa e travolgente. Una canzone abbastanza famosa del gruppo, anche se personalmente ne preferisco di altre, nonostante la sua buona qualità. Da notare comunque l'assolo di tastiera veramente notevole, successivamente seguito da uno di chitarra che purtroppo mi attira poco.

Il terzo brano è una canzone abbastanza celebre del quintetto: "Children Of Decadence".La tastiera la fa quasi completamente da padrone, mentre i soliti riff caotici ma orecchiabili di Lahio e Kuoppala si snodano per tutta la durata del pezzo. Il ritornello è senza dubbio uno dei più riusciti:unisce musicalità accessibbili e una gran cattiveria, pienamente nel loro stile. Gli assoli sono stupefacenti e sembrano trasportarci in un mondo fantastico. Come sempre la batteria svolge una sezione fondamentale ed eccelsa dal punto di vista ritmico e tecnico.

Quella che segue è a mio parere la canzone più riuscita del CD, nonchè quella di maggior successo: "Everytime I Die". Dall'intro rabbioso che si presenta, sembra quasi il pezzo più cattivo dell'album, che si trasforma improvvisamente in una melodia soave e irresistibile, di una musicalità e una potenza unica, allo stesso tempo. Il momento di maggior carica lo si avverte a mio parere nel punto in cui finisce la prima strofa con uno dei soliti urli gutturali di Alexi, che lascia spazio alla musica portante che già si era ascoltata precedentemente. In quel punto un buon ascoltatore resta completamente estasiato, o almeno, per me è così. Per il resto, il ritornello trasuda di cattiveria come al solito, e viene da chiedersi come può non venire un tremendo mal di gola al buon Alexi. Se moltissimi "finti" metallari criticano lo scream del vocalist, sicuramente resteranno di stucco davanti all'assolo di questa canzone, eccellente in tutte le sue trovate, dall'inizio alla fine, seppur non duri molto. Tuttavia secondo me, dopo il meraviglioso pezzo solista di Lahio, si avverte un leggero calo nella canzone, il classico punto in cui un ascoltatore medio dice "Dopo l'assolo la levo perchè è noiosa...". In realtà non si può certo definire noiosa. Credo che invece sia una sensazione provocata dalla parte precedente della canzone, che non si può confrontare con la solita routine dell'ultimo minuto, vale a dire "ultimo ritornello" e "outro".

"Mask Of Sanity"è la quinta canzone dell'album. Personalmente l'adoro, dopo "Everytime I Die" è sicuramente la mia traccia preferita. La musica di tastiera iniziale passa in secondo piano dopo due battute, quando partono gli altri strumenti, capitanati dalla batteria, più incalzante e incazzosa che mai. Le strofe sembrano un insieme di frasi indecifrabili nelle quali Alexi si scatena e danno una sensazione di potenza inaudita. Dopodichè il ritmo esplode in un ritornello stupendo, eseguito, come spesso accade, con uno scream "cantato" molto affascinante. Seppur la canzone vada avanti per diversi minuti senza particaolari cambiamenti di tempo o di melodia, l'ascolto è davvero piacevole. La chicca maggiore è l'assolo di tastiera eseguito nella seconda parte, che, a detta di Wirman, è il più difficile mai scritto dalla band.

Il sesto brano è "Taste Of My Scythe". Può essere considerato il riassunto del genere del gruppo nel modo più sostanziale, anche se non contiene spunti degni di particolare nota. Appare davvero molto difficile da eseguire e la tastiera porta avanti il tutto nella parte centrale e nel finale. Un fatto che mi ha colpito è che la canzone scorre davvero velocemente... E' lunga quattro minuti, ma durante l'ascolto sembra molto più concentrata, compressa, veloce e frenetica, e sembra in un certo modo volare. A mio parere è di livello leggermente inferiore alle precedenti cinque tracce, ma è comunque un pezzo di tutto rispetto, in pieno stile Bodom.

"Hate Me" è la canzone più semplice e orecchiabile dell'album. E' anche uno dei singoli usciti. La musica che ci addentra nell'atmosfera della canzone ha la qualità di catturare subito l'ascoltatore. Per il resto la canzone è sormontata come al solito da una prestazione buonissima di Raatikainen alla batteria e da una melodia portante molto buona, che fa della semplicità una virtù. Molto bello il ritornello eseguito con la doppia cassa della batteria in sottofondo e buonissimi assoli.

L'ottava traccia è "Northern Comfort". E' il pezzo meno melodico dell'album, e lo si può intuire subito dall'inizio distorto, pesante e carico di rabbia. La canzone più caotica del CD, caratterizzata da una voce tagliente e di difficile memorizzabilità. Sentendola più volte non c'è ancora uno spunto che spicca nell'insieme, se non una buona melodia verso la fine.

Il nono brano dell'album è la buonissima "Kissing The Shadows", che fa immediatamente riflettere sul significato enigmatico del titolo. Certamente la canzone in se non è meno ad effetto del nome della stessa. Parte sparata come molte canzoni del quintetto, per poi evolversi in melodie taglienti quanto apprezzabili. Tutti gli strumenti fanno il loro lavoro, ed in modo più che impeccabile. Il risultato sono quattro minuti e quaranta secondi di Melodic Death Metal crudo e ineccepibile tecnicamente, pieno di spunti originali, di ghirigori chitarristici di altissimo livello, quali fischi immersi in qualsiasi punto durante lo scorrere del pezzo. La melodia di chitarra durante il ritornello è semplicemente eccezionale, come gli assoli e i duetti strepitosi nella seconda parte.

La decima traccia è una Bonus-Track(In altre edizioni ne sono presenti di differenti, rispetto a quella che recensisco in questo caso), una cover degli scorpions, "Don't Stop At The Top". Questo pezzo, che chiude l'album, esce leggermente dai canoni stilistici della band, presentando un ritornello meno travolgente ma più cadenzato rispetto al solito. Una canzone senza dubbio ascoltabile, pur non colpendomi personalmente. Forse si poteva chiudere un CD tanto bello in un modo migliore, anche se non voglio di certo intendere che questo brano non è di valore.

Concludendo la recensione, voglio consigliare di ascoltare questo album a coloro che non riescono a superare la soglia dell'Heavy Metal per approdare a sonorità più dure, e ovviamente ai vari Truzzi diffusisi orami a macchia d'olio in tutto il mondo e che sembrano portare un biglietto con su scritto "Io non devo e non voglio capire un cazzo" appicicato o stampato direttamente in fronte.

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