Il Santo Natale è ormai alle porte, con le sue renne, le sue barbe finte, le luminarie, le statuette del presepe di Obama e Belen al Tg, i suoi bambini bombardati di pubblicità, i suoi "volemose bene", le raccolte dei successi di cantanti morti a 30 euro nei migliori negozi di dischi, i suoi fanatici religiosi e i loro "il Natale non è solo regali e banchetti, dev'essere un momento di raccoglimento spirituale, riflessione sulla povertà....".

Forse per reazione spontanea a queste e alle tante altre stronzate che l'industria del Natale mi propina senza pietà, a dicembre inizio a sentire una voglia pazzesca di sudate pomeridiane sul mio bel litorale di Platamona, con quel sole che ti rincoglionisce; una nuotata per rinfrescarsi e vedere la spiaggia dal largo, una linea sottile di colori che passa tra l'azzurro brillante del cielo e del mare. Le serate lunghissime, con quell'atmosfera unica delle piccole città vicino alla costa e la loro gente che scopre la pelle e affolla i tavolini dei bar all'aperto, dedicate a fare esattamente ciò che ho voglia di fare, senza programmi e senza l'ansia degli impegni del giorno dopo.

"From Scene To Shining Scene" è il terzo lavoro in studio dei Chixdiggit, gruppo pop punk canadese scoperto non ricordo come, un po' di tempo fa, e riesce a suonare esattamente così, come le mie estati: leggero, ingenuo, spensierato, cazzone e ripetitivo, piatto in senso buono. Melodie semplici, tecnica musicale base, una voce che mi ricorda quella di Eric Cartman e qualche coro semplice semplice. 

Suonano senza pretese (neanche economiche, sono uno dei tanti gruppi sotto l'etichetta della Fat Wreck Chords di Fat Mike) da 20 anni, non vogliono salvare il mondo con le loro canzoni, che trattano per lo più di ragazze e vita quotidiana, ma nel loro genere sono uno dei gruppi a cui sono più affezionato; melodie come quelle di "Aromatherapy", "Melissa Louise & Me", "Thursday Night" e soprattutto "Spanish Fever" (irresistibilmente orecchiabile) sono riuscite a agganciarsi a tanti ricordi estivi e non li mollano, neanche tra i panettoni e le sciarpe in lana.

Voto di media tra il 3 oggettivo e il 5 per il valore affettivo e la gratidudine che provo per questo album, per ogni volta che mi riporta sotto il sole in pieno inverno.

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