Allora allora, sto per toccare le terga a tutti quelli che leggono e sono preparato psicologicamente e spiritualmente a una valanga di critiche, maledizioni e sortilegi. Ma mi capite a me, povero DeRecensore che annaspa in un mondo crudele, devo sfruttare le occasioni e le tendenze, perciò, ora che ci siamo un po' tutti, bene o male, ristabiliti dopo l'uscita di "Harry Potter e l'ordine della fenice" e "Harry Potter and the deathly Hollows", mi appresto a DeScrivere la benedetta rece sulla pietra filosofale, film (tra cui "La camera dei segreti") della serie cinematografica più a torto sottovalutati e io (nonostante non sia un fan di Harry Potter, ma il fantasy mi piace) vorrei tentare, umilmente, di recensire questo film come si deve, imparzialmente. Porgo le mie più sincere scuse a chi Harry Potter non lo sopporta più (e come dargli torto), ma devo farlo. OK...sì!
Ordunque, per chi non lo sapesse ci troviamo al cospetto della prima trasposizione cinematografica della famosa serie letteraria di "Harry Potter", e guarda un po' si comincia dal primo episodio, "La pietra filosofale". Fin dall'uscita del libro in questione (1996) gia si farfugliava su una imminente versione cinema di Hogwarts (la scuola dove i maghi apprendono la magia). Poi, da brava, la AOL Time Warner Bros si compra i diritti cinematografici dell'opera per una cifretta... tipo una decina di milioni... di dollari. Ma una volta che compri i diritti del film, il film prima o poi lo devi fare e di certo non lo fai fare al produttore. Ma si sa che il diavolo a volte veste Prada, a volte veste Warner Bros. Perché a qualcuno nella produzione venne la idea assai economica ma remunerativa di condensare "La pietra filosofale" e il secondo episodio ("La camera dei segreti") in un unico film (!!) annegato negli effettacci specialozzi più Hollywoodiani che mai, tenendo sceneggiatura e regista professionista come optional di terza, quarta scelta.
Grazie all'autrice Joanne Katleen Rowling ciò non accadde: sarebbe stato un sacrilegio, una torta al peto, un budino liquido, uno... uno schifo, quisquiglia e pinzillacchere!! Dunque, un film dove i protagonisti hanno 11 anni a chi lo affidi? A chi ci capisce qualcosa, elementare. Quindi la scelta cade su Chris Columbus, specialista di film per bambini. Nonostante sia piuttosto carente dal punto di vista tecnico, Columbus ha un vero fiuto per gli attori giovani, quindi perfetto per trovare il fortunato alter-ego di Harry Potter undicenne. Oggi lo si vede (parlo di Daniel Radcliffe, ovviamente) sia al cinema che a teatro (Equuos) e... mio Dio, non c'è ragazzina quindicenne che non sappia qualche cosa su di lui o che, segretamente dai genitori cattolici, lo idolatrizzi e gli offra sacrifici di animali. La sceneggiatura viene invece affidata al buon vecchio Steve Kloves, che plasmerà il film a immagine e somiglianza del libro... totalmente. Eh sì, i film di Columbus su Harry Potter, per la gioia dei puristi, sono i più fedeli all'opera originale di tutti quanti. La preproduzione procede in fretta (anche dopo avere trovato gli amici di Harry: Ronald Weasley/Rupert Grint e Hermione Granger/Emma Watson), visto che l'investimento è sicurissimo e la Warner (per una volta) non fa la tirchia coi soldi. Perciò si arriva alla postproduzione senza che sia passato un anno. E quì si misura la vera qualità e brillantezza dell'opera. Lo dico da sempre, se c'è una cosa fondamentale da riconoscere a Columbus e al suo staff è proprio che loro hanno "creato" Hogwarts. Sono riusciti a rendere fisica l'immagine finora solo immaginata del mondo magico. Nessun film di Harry Potter è mai riuscito a rendere così bene come hanno fatto "La pietra filosofale" e "La camera dei segreti" la scuola di magia e gli ambienti, tanto che l'apice lo si raggiungerà proprio con "La camera dei segreti".
La scelta di Columbus è di fondamentale importanza anche per il fattore musica (che fu giustamente candidata all'oscar, come la scenografia): infatti il regista recluta un vecchio compagno di malefatte, l'eccellente John Williams. Credo che nessun compositore musicale di Harry Potter successo a Williams sia riuscito a personalizzare così bene il mondo magico di Harry. E chi non si ricorda il celebre "Hedwig's theme", che rimanda subito, piccoli e grandi a dire: "Questo è Harry Potter". Scelta coraggiosa (e che condivido in pieno) di Columbus Cristoforo Colombo fu poi quella di non dare in escandescenze con gli effetti speciali (nonostante avesse al seguito un manipolo di tecnici di quel mostro sacro degli SFX, la ILM di George Lucas) e di dare più spazio al lato artistico del film. Infatti le maggiori critiche (a mio avviso ingiustificabili) che il pubblico abbia espresso sul film riguardano l'uso limitato e antiquato degli effetti visivi. Anche se forse la scena del troll avrebbe potuto essere migliore. Ma sul resto il film non tradisce. Se il montaggio un po' lento può annoiare in qualche punto, le emozioni e i buoni sentimenti ci sono tutti, così come diverse scene d'azione e buone interpretazioni da parte degli attori, sorprendentemente, sia piccoli che adulti. La scenografia e la fotografia non le tocco neanche, sono quello che ci si aspetta e anche di più. Lì è stato veramente fatto un ottimo lavoro.
Punti deboli del film? Forse a rivederlo oggi (con Harry Teenager) risulterà un poco infantile (Columbus usa i bambini alla stessa maniera di Spielberg: melassa a volontà) e magari un po' noioso in alcuni punti. Ma come ripeto, le emozioni e la suspence ci sono. Inoltre dobbiamo anche tener conto che il primo film lo deve pur fare qualcuno, e quindi le maggiori accuse dovranno cadere proprio su questo, anche se fatto bene. Dopo vedi "Eragon" e magari capisci che "La pietra filosofale" non era proprio uno schifo. Anzi, a mia detta, un prodotto che si distingue dalla massa, anche per la sua bassa megalomania (si può dire lo stesso di "Il prigioniero di Azkaban" o l'orribile "Il calice di fuoco"???). Alla fine gli episodi di Harry Potter sono un cammino di maturazione, quindi il primo film è giusto che sia infantile.
In fin dei conti è un film che riesce in pieno nel suo intento: divertire (e riempire le tasche ai produttori, che devono pur mangiare, eh!). Bene, direi che ho finito, ho detto tutto. Sono pronto: Abbia inizio la lapidazione.
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