Un film del 1990 di Chris Columbus.
Il bambino medio americano, Kevin di 7-8 anni, viene lasciato solo a casa da una famiglia media americana, fatta appunto di genitori idioti e parenti viscidi. Il bambino medio americano dimostra di essere capace a far qualunque cosa, compreso difendersi da due rapinatori medi americani. Probabilmente prima di allora non aveva fatto nulla da solo. Ora ha l'opportunità di mangiare quello che vuole, vedere quello che vuole in tv e fare tutto il rumore che vuole. Metaforicamente può essere paragonato alla volpe che mangia fino a scoppiare per poi restare incastrata nella tana dove ha fatto incetta. Ma non è questo il caso: il bambino medio americano capisce subito che ha fatto abbastanza lo stupido e si rende conto che la vita lo sta mettendo davanti ad una serie di scelte. Come una prova del fuoco difende con ingegno e sagacia la gigantesca casa della famiglia e sconfigge le sue paure personali (il mostro immaginario della cantina, il vecchio misterioso e il film vietato). Fa la spesa, il bucato, ordina una pizza e si cucina la cena col microonde. Decide insomma di essere adulto. Decide che la libertà, o la vita se vogliamo, ha un prezzo e va sostenuta. Qualunque bambino avrebbe scelto di nascondersi o chiamare qualcuno. Il senso di individualismo e difesa del proprio orticello è strabordante. Una storia natalizia solo di facciata, con la neve, il viaggio, il raccoglimento in chiesa e le preghiere a Gesù e il falso "miracolo" della sparizione della famiglia. Il bambino Kevin che viene reputato dall'intera famiglia come un molesto incapace dimostra incredibilmente di saper affrontare tutte le situazioni avverse e persino se stesso. C'è un grande disagio nel percepire il senso di isolamento che un essere così piccolo subisce fin dal primo istante. Ma anche in seguito: Kevin sebbene solo non chiede mai della mamma, non piange, non ha nessuno da chiamare e mente con abilità straordinaria . La "trincea" metaforica che produce per la casa, rendendola fortezza, non è altro che lo specchio della forte personalità che tecnicamente dovrebbe appartenere ad ogni scafato bimbo medio americano. Così l'America con il suo cinema ci illumina sul valore dell'educazione autoctona, la generosità del suo popolo, l'attaccamento genitoriale, il senso della famiglia, il valore del sacrificio e la difesa dei propri ideali oltre che la capacità di cavarsela in tutte le situazioni ed in tutti i modi possibili. A Natale poi tutti più buoni. No. Questo per fortuna no. A Natale più gretti che mai.
Il film è divertente, leggero, pungente, gestito in modo splendido dal piccolo prodigio Culkin, contornato da bizzarre macchiette che però rendono bene. Un contesto surreale, quasi fatato, velato di buonismo e manco a dirlo uno scontato happy end. Più che tipicissima commedia americana.
Carico i commenti... con calma