Questo album esce nel 1977 registrato in uno studio londinese, l'onda del punk ha (s)travolto un mondo musicale.
"What for she loves when you're low"
Questo dei Chrisma è il loro album d'esordio; il duo che compone i Chrisma è composto da Christina Moser e Maurizio Arcieri, il nome del gruppo è quindi l'unione dei due nomi, lei è austriaca e lui italiano ma entrambi vivono come apolidi in terra straniera, il duo è lo stesso anche sotto il profilo sentimentale.
Arcieri precedentemente fu leader dei New Dada e cantante solista, ha avuto interessanti collaborazioni, ma poco importa perchè questo album è una rottura del passato musicale a vari livelli scalari.
Trovo giusto citare dei nomi oltre alle 2 voci...
Durini: Batteria -
Vevey: chitarra elettrica ed acustica -
Arcieri: sintetizzatore Polymoog-
Moser: Chitarra acustica -
Papathanassiou: batteria sintetizzatori tastiere percussioni
Veniamo al Disco, il quale subisce migliaia di influenze, ma forgiando una nuova armatura... il disco è composto da 9 tracce (che cercherò di elencare evitando lo schematismo) si parte con "Thank You" un'inesorabile avanzata elettronica dallo spirito futurista, la quale sembra ascendere come una nuvola di smog e coprire un'intera città, una città futuribile e distopica, la traccia sembra quasi il prologo di una ripetetiva, secca, pungente "Black Silk Stocking" accompagnata dalla voce seducente e strisciante della Moser tra un mucchio di synth e scariche elettriche, se "Black Silk Stocking" narra di un' ossessione per una femme fatale trasandata "Oh baby, baby no-ones loving your degeneration", la canzone successiva "Lola" narra di una spia cinese fredda e calcolatrice che nasconde un' animo furente e vendicativo, ebbene questa traccia vale da sola l'ascolto di tutto l'album, essa è portata avanti come un tango romantico che precede la caduta nell'abisso di tutto un mondo, le vibrazioni elettroniche si fondono alle voci che sembrano sussurrare il nome "Lola" confondendolo con quello di "Love"... il canto del cigno del pianeta.Si passa poi alla traccia "C.Rock" che è un' assurda ripetizione, attraverso una voce robotica, della frase "Let's rockin', go back rockin'"per 5 minuti abbondanti, con una musica ossessiva che continua a incalzare se stessa come una dissolvenza accellerata e continua.
"What for" parla di un' altra donna quasi immensa al cospetto di un uomo inerme, crudele e spietata, come la canzone che sembra ricordare il periodo d'oro degli Stooges, le urla si fanno sempre più marcate e i suoni più disconessi e imprecisi fino ad alchimia particolare e depressiva. il pezzo successivo "Wanderlust" e di nuovo di un elettronico fantascientifico molto sporco "I treat him like dirt, like dirt" in maniera briosa e veloce con una voce quasi parlata, la quale per puro errore mi ricorda Bowie e Low, quindi Berlino. Con "Lycee" siamo ormai dispersi nello spettro nero dello spazio, il quale ci avvolge come un manto, è la traccia più distesa che può ricordare qualche atmosfera ambient di Eno e soprattutto le sonorità dei Pink Floyd, come maggiori Tom fluttuanti in spazi Kubrickiani, tutt' intorno la perdita di senso e il dolore. Con "Mandoia" arrivano i titoli di coda proiettati in una mente dispersa nel vuoto tra visioni di città interne, ritmi che sembrano rifarsi alla perdità di gravità e acquisto di velocità verso la morte, mi viene in mente il finale del film "Darkstar" di John carpenter. una morte dolce e amara.il finale è di nuovo "Thank you" che chiude circolarmente il viaggio con un tributo e un ringraziamento a tutti quelli che hanno influenzato la loro musica e loro vita, tra cui: "mick jagger" "iggy pop" "chuck berry" "jim morrison" "louis armstrong" "jimi hendrix" e tutti quelli non detti, ma ricoradati.
Un disco perciò che è precursore dell'elettronica e dei suoi suoni ossessivi, un disco che risente di una depressione, non troppo dissimile a quella dei Joy Division e di un tema che intreccia amore/sesso e morte con il gusto della sperimentazione e per l' assorbimento di generi. In fondo c'è un punto inamovibile per i Chrisma e cioè il fatto che abbiano sempre sperimentato e lo abbiano fatto con passione (senza dover citare episodi di strani concerti con dita mozzate!).
Poi arrivò l'elettronica, la techno che ebbero risultati molto spesso scarsi, ma questo diamante grezzo, ormai dimenticato ancora brilla.
"SHE LIVES ALONE... LOLA..."
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