"Tutti odiano Valor Kand" Atto V
......questa volta molto meno del solito.......
A cinque anni di distanza dall'amorfo e falsamente metallizato "Born Again Antichrist" (realizzato in collaborazione con posers di alto calibro quali i Cradle of Filth), torna il nostro antieroe/usurpatore preferito, al secolo Valor Kand (chitarre, voce, violino ed altri strumenti), accompagnato dall'ormai inseparabile compagna di avventura, la giunonica Maitri (voce e basso) e coadiuvato da tal Nate Hassan alla batteria.
"American Inquisition" si presenta come un concept di aperta critica del tessuto sociale statunitense post 11 settembre, arringato, terrorizzato, strumentalizzato, vessato da predicatori televisivi evangelisti senza scrupoli, dalla corruzione morale e non della classe politca al potere (in particolare, e non potrebbe essere altrimenti di G.W. Bush) e delle lobby che la sostengono, alle inconcludenti ed inefficaci battaglie contro l'uso di stupefacenti, insomma un'impietosa, ma forse un po' scontata e a volte superficiale, fotografia degli States del nuovo millennio.
E fin qui tutto bene, forse i temi trattati sono un po' triti, ma non ci può lamentare più di tanto, soprattutto in riferimento ad alcuni album precedenti dove di tematiche interessanti non ve ne erano proprio.
Ogni qualvolta che si ha per le mani un nuovo full lenght a nome Christian Death si è sempre in bilico tra l'essere speranzosi o preventivamente delusi: è inevitabile e per cercare di non partire eccessivamente prevenuti nei loro confronti è necessario, a mio modesto avviso, cercare di ricordare solo quelle componenti caratteristiche che i nostri hanno sempre saputo inserire anche nei loro lavori peggiori, e mi riferisco ad atmosfere plumbee, funeree e spettrali, a riff malsani, obliqui e misteriosi, spesso supportati da strumenti non tradizionalmente appartenenti al movimento goth/dark.
Finalmente l'inconcludenza e la superficialità che sovente avevano precluso il raggiungimento di un risultato finale all'altezza del nome Christian Death (anche se ultimamente le loro credenziali hanno subito un grave collasso), vengono superate: l'album in questione prende una forma di tutto rispetto, ben composto, ben orchestrato attorno alle caratteristiche positive sopra elencate, perfettamente registrato ed assemblato con una cura che cancella anni di sciatterie.
"American Inquisition" è, a mio modestissimo avviso, un album godibilissimo, pieno di brani interessanti, che spazia da episodi più classicamente death rock come la trascinante "Narcissus Metamorphosis Of" (impossibile resistere al chorus centrale) all'industrial rock virato Ebm di "Victim X" (sul modello dei Das Ich), passando per songs davvero riuscite ed evocative come la tenebrosa e gloomy "Dexter said no to methadone" e la dark ballad "Angels and drugs" (che porta alla mente le atmosfere dei Radiohead di "Ok Computer"). Da non tralasciare anche la distrubata "See you in hell" (porzione finale da brividi), dal malevolo incedere ottantiano e la viziosa ed orientaleggiante "Worship along the Nile" (davvero azzaccato l'uso del violino su scala araba che sormonta questa rocciosissima death rock song).
In definitiva un come back davvero positivo e convincente: dategli una possibilità e non lasciatevi intimorire da un primo ascolto superficiale. Con le proposte sonore di Valor e co. non bisogna mai demordere repentinamente, poiché esse necessitano sempre di qualche ascolto supplementare per risultare davvero efficaci e comprensibili.
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