Parziale delusione questa versione rimasterizzata di "Only Theatre of Pain", il disco pietra d'angolo di tutto il death rock americano e comunque una delle più importanti opere gothic di sempre. Atto di nascita dei Christian Death originali, confessionale e purgatorio per la tormentata anima del giovane Rozz Williams, palestra d'eccellenza per il dotatissimo Rikk Agnew, il disco è tanto importante e riuscito che potete trovarne decine di ottime recensioni ovunque in rete. Già a qualche anno prima risalgono i più o meno pasticciati remaster dei successivi titoli a cura di Valor: quello di "Catastrophe Ballet", ad esempio, è del 2007, con cose terribili tipo un provino pomposamente presentato come "brano inedito di Rozz Williams" aggiunto all'inizio e mixato con la prima canzone originale, perdendo così tutta la magia e la suggestione che dava l'incipit di quel disco. Era giusto aspettarsi quindi un lavoro più accurato per il capolavoro dei Christian Death, peraltro l'unico in cui Valor, non avendovi avuto nulla da spartire, non poteva mettere becco. E dopo tanta attesa eccolo, uscito nella tarda primavera del 2011, con ripristinato il sedicente artwork di copertina by Rozz Williams.
Certo, la tracklist è stata rispettata e questo è già qualcosa, per quanto sembri poco, dal momento che gli scempi di Valor sono tutt'altro che comuni nelle riedizioni discografiche. Anche l'opera di rimasterizzazione è certamente buona, con un sensibile aumento di dinamica, per un disco che tuttavia già ne godeva da principio grazie alla sopraffina produzione di Thom Wilson. Ciò che manca, forse, è un lavoro più incisivo sui suoni... è risaputo ad esempio che la campana introduttiva della prima Cavity - First Communion strappa (cioè va in saturazione, perde definizione) al terzo rintocco, e qui continua bellamente a strappare. Inoltre il fruscio dei nastri originali dell'82 qui è addirittura aumentato, forse a causa di una probabile riequalizzazione non sottoposta a filtri o dolby. C'è poi un difetto verificato con molti altri acquirenti del cd: un istante quasi inudibile di "nero audio", percepito più come caduta del suono che come vero silenzio, ai 2'41" del decimo brano, Resurrection - Sixth Communion. Infine non è molto comprensibile il lavoro fatto sull'Ep "Deathwish", qui aggiunto in fondo al disco come nell'edizione cd standard: certamente il più bisognoso di miglioramenti, tuttavia il suono non sembra tratto dai nastri originali ma da una buona registrazione da vinile, con relativo rumore di fondo, per quanto ridotto e quasi impercettibile. Infine siamo certi che la copertina rappresenti il lavoro di Rozz originale? Ne sembra piuttosto una rielaborazione grafica, con tanto di cambiamento del titolo dal precedente "theatre" alla forma americana "theater" (nota bene che sulla costa del cd ne è invece conservata la primitiva forma inglese).
Insomma, per uno dei dischi più sporchi e decadenti degli 80's nessuno avrebbe voluto una pulizia leccata e leziosa dei suoni, la loro pastorizzazione fino a renderli uniformi e innoqui, ma nell'ambito di un lavoro che comunque ha comportato un miglioramento generale ci si poteva aspettare di più. Un'occasione persa? O "Only Theatre of Pain" dovrebbe essere ascoltato che più distorto e impastato non si può? Beh, forse sì ;)
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